Cronaca
Si è ripreso a sprecare acqua.
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13 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:31
- Pubblicato Giovedì, 12 Dicembre 2013 22:00
- Scritto da vincenzo varvara
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Non voglio offendere nessuno ma un forte dubbio mi assale da mezzogiorno.
Ho visto di nuovo in funzione la pilozza di Via Fontana la Stella allo stesso modo di dieci giorni fa.
Murgiatime aveva sollevato, per più di tre settimane, che il sistema di raccolta acqua non andava bene, si sprecavano molti litri e per questo l’assessore Santomasi, da noi sollecitato, aveva disposto la chiusura in attesa di trovare una soluzione alternativa.
Non so se presi dalla frenesia della ricorrenza di Santa Lucia o altro, sta di fatto che si è ripreso a “perdere acqua” i cui costi cadranno sulla comunità non solo ma si sta favorendo un utilizzo della stessa in modo sbagliato, come dire: “a perdere”.
Notiamo che esiste una gran confusione nella gestione ordinaria della cosa pubblica: da quanto sopra alle luci eternamente accese alle luminarie natalizie.
A proposito del Natale, segnaliamo che oltre alle barriere architettoniche esistenti sui marciapiedi che rendono difficile la mobilità di chi è in carrozzina, scendendo C.so A. Moro alcuni commercianti hanno messo alberi natalizi giganteschi, ostruendo il libero passaggio. Nessuno, di chi preposto, ha segnalato qualcosa: è la nostra cultura.
Per l'Ospedale Benedetto XIII: inviti e proposte storicamente documentati per essere credibili.
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11 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:30
- Pubblicato Martedì, 10 Dicembre 2013 20:00
- Scritto da la redazione
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Si può anche condividere la proposta di invitare l’attuale pontefice all’inaugurazione del nuovo Ospedale della Murgia, con il preciso intento che esso venga intitolato al papa pugliese, nonché gravinese, Benedetto XIII. Invitare il papa ad una cerimonia simile non è e non può essere un fatto di natura folcloristica, paesano, provinciale, nel senso riduttivo e peggiore del termine, emotivo, o peggio ancora, di malcelato protagonismo. Intanto, bisogna fare adottare dalla Regione Puglia una delibera in tal senso, visto che il nascente nosocomio è di pertinenza dell’ente regionale, anche per quanto riguarda eventuali intitolazioni. Intanto, bisogna attivarsi per far revocare la delibera precedentemente adottata, sembra, dallo stesso organismo istituzionale, che ha previsto l’assegnazione ad altro personaggio in merito al nome da riconoscere. Successivamente, una volta acquisiti questi atti in direzione di Benedetto XIII, l’invito a papa Francesco non è automatico, ma presuppone la preparazione e l’invio di un dossier che lo spingano ad accettare l’invito, a sposare la causa, a condividerne la scelta. C’è qualcuno in grado di predisporre questo particolare incartamento da presentare all’attuale vescovo di Roma? C’è qualcuno in grado, tra i proponenti di questa trovata allegra e spensierata di fornire utili notizie ed utili elementi, anche, alla Regione perché predisponga un atto di indirizzo, di condivisione, di recepimento della proposta, già avanzata quattro anni fa dal sottoscritto? Coloro che, usciti dal silenzio e dal deserto, sono intervenuti in seguito, a posteriori, a traino, a rimorchio alle mie pressanti, precedenti, iniziali, solitarie, originali proposte e sollecitazioni, coinvolgendo ed investendo, successivamente, l’attuale presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, sono in possesso di titoli credibili, credenziali da elaborare, da sottoporre a persone ed organismi in direzione di quell’obiettivo che dicono di voler raggiungere e per il quale poco o male si sono spesi, fin’ora? Crediamo di no. Pertanto, ogni proposta, se non supportata da valide conoscenze, studi, ricerche,documenti che provino e comprovino i motivi e le ragioni per cui il nuovo ospedale debba e possa essere intitolato a papa Benedetto XIII o perché il papa argentino debba presenziare alla cerimonia inaugurale dell’Ospedale della Murgia, è pura, semplice, bislacca demagogia; populismo becero, infantile, mediocre, supportato da una sfrenata megalomania di chi pensa di poter vivere il suo momento di gloria, invocando e chiedendo anche l’impossibile, o senza rendersi conto che ci sono dei passaggi, che non sono automatici, ma rispettosi di prassi, procedure, cerimoniali e protocolli. Prima di inventarsi alcune cose, di specchiato tenore sensazionalistico, bisogna ragionare con la testa al collo e i piedi per terra. Bisogna essere in grado di supportare certe richieste, perché il papa, per quanto umile, semplice, come sembra essere l’attuale, quasi che gli ultimi siano stati degli aristocratici, freddi esecutori di certi ordini o di certa ortodossia, deve essere messo in grado di conoscere, di approfondire. Allora, bando alle ciance di chi propone cose di cui non si rende neanche conto; con tutta la buona volontà nel capire chi si è fatto e si sta facendo latore di una proposta ritenuta sensazionale, choccante, ma debole e, al momento, inconsistente, c’è bisogno di preparare un poderoso fascicolo documentale redatto da storici o da studiosi seri, appropriati, competenti, credibili, certi sulla missione sociale di Benedetto XIII, costruttore di ospedali, ospizi per poveri e pellegrini; restauratore di vecchie strutture ospedaliere, lungo tutto l’arco e il periodo della sua missione pastorale ed apostolica. Insomma, non bisogna commettere lo stesso errore già consumato per la individuazione dei famosi testimoni che avrebbero dovuto deporre nel Processo di beatificazione dell’Orsini, alla fine risultati incapaci ed incompetenti; impreparati e rinunciatari a rispondere alle domande dei questionari loro presentati. Un invito di tale fatta, di tale portata; una richiesta di intitolazione, proprio perché deve essere convincente e smontare quella già assunta, non può essere affidata all’improvvisazione di chiunque e di chicchessia, meno che meno a chi non conosce e non ha mai conosciuto approfonditamente la storia personale e biografica di papa Benedetto XIII.
Giuseppe Massari
Sorprese a rubare legna dal bosco: arrestate quattro persone.
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10 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:30
- Pubblicato Lunedì, 09 Dicembre 2013 22:00
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L’operazione portata a termine stamani da Polizia Municipale e Polizia di Stato
Gravi i danni: il polmone verde gravinese è sito d’interesse comunitario
Con l’accusa di furto aggravato e danneggiamento in concorso, quattro persone, tutte residenti a Gravina in Puglia, sono state tratte in arresto alle prime luci dell’alba dagli agenti del Comando di Polizia Municipale, agli ordini del capitano Nicola Cicolecchia, e dai poliziotti del Commissariato di Gravina, diretto dal commissario Pietro Battipede.
Il quartetto, composto dal trentaseienne G. S. e da sua moglie M. G., di 31 anni, oltre che da R. L. (25) e dal fratello P. L. (34), è stato sorpreso mentre tentava di portar via legna dal bosco “Difesa Grande”, sito di interesse comunitario al cui interno, su richiesta anche dell’assessorato municipale alle aree boschive, guidato dal vicesindaco Gino Lorusso, già da qualche tempo le forze dell’ordine avevano organizzato specifici servizi di pattugliamento notturno, pure in borghese. E stamane, attorno alle 5.30, una volante della Municipale, impegnata nelle attività di perlustrazione in località Vizziello, ha imposto l’alt ad una coppia a bordo di un trattore carico di legna di quercia fresca di taglio: 20 quintali stipati nella benna e nel rimorchio al traino. Sul posto è prontamente giunta una pantera della Polizia di Stato che si trovava nei pressi. Gli agenti hanno quindi individuato e fermato, a poca distanza, altre due persone intente ad allontanarsi dalla zona a bordo di una Fiat Uno e di una Land Rover. Nel corso della successiva perquisizione, dal bagagliaio della Fiat Uno sono saltati fuori altri 50 chili di legna, un motosega, un machete, una lampada notturna. In seguito tutti sottoposti a sequestro penale, insieme al trattore.
Una volta espletate le formalità di rito, in attesa di giudizio il quartetto è stato assegnato agli arresti domiciliari su disposizione del sostituto procuratore Marcello Barbanente, titolare delle indagini. Intanto, a “Difesa Grande” è iniziata la conta dei danni: diverse le querce vittime del taglio non autorizzato. I tecnici del Comune effettueranno già nelle prossime ore un’attenta e più analitica ricognizione, mentre i controlli proseguiranno e saranno anzi ulteriormente intensificati, a tutela del polmone verde gravinese.
Gravina in Puglia, 10 dicembre 2013
Ufficio Stampa
Comune di Gravina in Puglia
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Le tante paure per il nuovo ISEE applicato ai disabili.
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10 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:30
- Pubblicato Lunedì, 09 Dicembre 2013 23:00
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Fra tabelle, scale di conversione, franchigie, aggiunte, modifiche, commi, combinato disposto di normative, rimandi alle leggi precedenti il nuovo Isee è finalmente stato approvato e ora comincia il suo iter prima di essere effettivamente applicato ogni volta che un cittadino italiano intende accedere a servizi agevolati, per i quali è prevista comunque una forma di partecipazione alla spesa, o comunque una soglia di reddito. Dal mondo delle persone con disabilità e dai familiari questo provvedimento è vissuto con paura, preoccupazione, ansia, ancor prima di capire come e se funzionerà. La sensazione che l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente comporti qualche fregatura è molto diffusa e per il momento è impossibile, nel concreto, diradare le ombre.
Come sempre, in questo mondo complicato da decifrare, si cerca l’interpretazione di chi da sempre segue da vicino i provvedimenti di tale natura. In particolare, in questo caso, è degno di nota il monumentale lavoro di decodifica effettuato in poche ore da Carlo Giacobini. Per quanto è ragionevolmente possibile argomentare, dopo mesi e mesi di bozze, di modifiche, di simulazioni, è che molto dipenderà dall’obiettivo che a tutti i livelli (governo centrale, Regioni, comuni, asl, altri servizi socio-sanitari) si vorrà effettivamente ottenere. L’Isee di per sé è uno strumento che consente di valutare e di conteggiare in modo completo la situazione patrimoniale e reddituale delle famiglie italiane. La prima riflessione che tutti più o meno esplicitamente ne traggono è che di fronte a un livello patologico di evasione e di elusione fiscale è assai pericoloso attribuire a un singolo strumento contabile il valore di verità e di giustizia perequativa, in funzione dell’accesso ai servizi che comunque sono previsti dalle leggi in vigore, in favore delle persone con disabilità.
L’assistenza domiciliare, il trasporto scolastico, l’assistenza scolastica, la mobilità personale, gli ausili, solo per citare alcuni dei campi di applicazione dell’Isee, sono comunque servizi fondamentali per garantire a ogni persona con disabilità la realizzazione del proprio progetto di vita. E’ fondamentale dunque sapere che non ci sarà, a livello di base, nel proprio Comune di residenza, nessuna discriminazione nell’accesso a questi servizi, che sia basata sull’applicazione di un criterio contabile, magari collocando l’asticella del reddito equivalente a un livello così medio-basso da inglobare una grande quantità di persone e di famiglie.
In parole povere: se l’obiettivo è fare cassa, in tempi di spending review e di vacche magre, l’Isee rischia di diventare un’arma potente e pericolosa in mano alle istituzioni pubbliche, se non si mettono subito in atto correttivi, controlli, monitoraggi, sperimentazioni serie e rigorose rispetto all’efficacia e all’appropriatezza delle prestazioni. La riduzione della spesa pubblica non può passare solo dalla base, ossia dalla continua richiesta di denaro alle famiglie. Per il semplice motivo che il denaro non c’è, e comunque non è giusto infierire su chi è già ampiamente tartassato in ogni modo.
Se invece si vuole correttamente parametrare i servizi meno essenziali rispetto alla ricchezza reale delle famiglie, questo è giusto in teoria, e può addirittura liberare risorse importanti da destinare a chi è più in difficoltà, o in maggiore situazione di gravità. Sempre ricordando, però, che il nostro è il Paese che in Europa si colloca agli ultimi posti per spesa sociale pro-capite, alla faccia di chi crede che si spenda persino troppo.
Ci sono poi almeno due aspetti che suscitano forte perplessità. Il meccanismo dell’Isee sembra ad esempio scoraggiare la formazione di nuovi nuclei familiari, ossia la persona con disabilità che decide di uscire di casa, sposarsi e non essere più un “single” rischia di imbattersi in un secco ridimensionamento dei servizi socio-sanitari agevolati. E poi un danno possono registrarlo anche le famiglie che hanno deciso di investire sulla proprietà della casa i propri risparmi, proprio per garantire il “dopo di noi” a un figlio con grave disabilità. Nel reddito familiare il peso della casa in proprietà è importante e potrebbe dunque crearsi una sperequazione non indifferente, della quale non si capisce chi dovrà tener conto e come.
E dunque in generale il tema che da oggi si apre è quello dell’attenzione concreta agli effetti pratici, a che cosa cambia a parità di situazione, alle discriminazioni possibili anche quando non sono volute né desiderate. Anche dando per buona l’idea che questo strumento porterà a una maggiore giustizia distributiva delle risorse a disposizione, il dubbio che la sua applicazione, in Italia, si presti a interpretazioni più o meno vessatorie o comunque sfavorevoli è molto alto e diffuso.
Ne consegue, ancora una volta, la necessità di un’ampia informazione, di un lavoro di tutela dei diritti da parte delle associazioni, di un controllo concreto nelle diverse realtà italiane (da Nord a Sud le cose cambiano e non poco), un ascolto serio e competente della voce delle famiglie e delle persone. Intanto qui, in questo spazio, potete raccontare le vostre storie, le vostre paure, ma anche le vostre speranze di vita normale. Noi ci saremo.
Ancora sugli arreschi di San Vito Vecchio.
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09 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:30
- Pubblicato Domenica, 08 Dicembre 2013 23:00
- Scritto da la redazione
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Si, purtroppo, ancora lo stesso argomento, ma con altri aspetti sempre degni di menzione. Nell’ambito di quella che è stata la diagnostica, effettuata lo scorso anno da parte di alcuni funzionari ed ex dell’Istituto centrale di restauro di Roma, sul maestoso ed incommensurabile patrimonio della cripta di san Vito Vecchio, veniamo a conoscenza di un fatto importante e di una gravità inaudita. Dopo tutta la elaborazione dei dati assunti, attraverso le strumentazioni adatte ed idonee per capire lo stato di salute di quella immensa opera d’arte, è stata stilata, giustamente, la relazione finale. Una relazione impietosa e che non lascia scampo. Gli affreschi abbisognano di essere curati, prima che sia troppo tardi. Anzi, c’è di più. C’è bisogno di intervenire anche sul luogo in cui attualmente insistono, perché ritenuto non idoneo, insalubre, impregnato di umidità. Tutto questo, a corredo, ripetiamo, della relazione finale, che, per correttezza, e come è prassi, è stata inviata sia alla Soprintendenza Pugliese per i beni storici ed artistici e sia al Comune di Gravina, committente del lavoro, salvo, poi, che il Comune dice di averla smarrita. Ma questo è un altro doloroso capitolo di come si gestisce la cosa pubblica in un ente in cui si pensa a vendere gai cesti d’amore che amore non è mai. Ma torniamo al tema. La relazione finale e conclusiva è stata inviata alla Soprintendenza, con sede in Bari, il 17 maggio 2013. Due mesi dopo, 17 luglio 2013, badate bene, e questa la dice lunga sulla tempistica, sui ritardi con cui si risponde, la destinataria risponde, a firma del Soprintendente ad interim, Marta Ragozzino . Tant’è il lavoro, la mole di lavoro, che ha da sbrigare, assolvere, seguire un ente statale, preposto alla tutela del patrimonio artistico, è talmente tanto che non è possibile dare riscontro ad una lettera in tempi più brevi Che importa se poi si leggono notizie in cui viene messo in risalto che alcuni beni di importanza mondiale sono alle prese con problemi di sopravvivenza?. Tanto, chi se ne importa se gli scavi di Pompei crollano? Chi se ne importa se gli affreschi di Gravina rischiano di non essere più visitabili e godibili? Il personale è poco, ci si giustifica, spesso. I fondi sono diminuiti, così ci si lava pilatescamente le mani, per via dei tagli e dei risparmi imposti dal governo, per cui, è già troppo se si riesce a sopravvivere alle tante richieste di interventi e di attenzioni. Ma torniamo a bomba. Cosa viene ribadito nella risposta alla lettera accompagnatoria alla relazione finale del dott. Fabretti? “Si ringrazia per il cortese invio della relazione tecnica relativa ai risultati delle indagini in oggetto realizzate dal Responsabile del Laboratorio Diagnostico Multispettrale di C.n.D di codesto Istituto, dott. G. Fabretti, fondamentali per la predisposizione di un vero e proprio progetto di risanamento sia della struttura di supporto degli affreschi staccati, che dell’ambiente circostante. Nel rassicurare che si terrà informato codesto Istituto delle attività che verranno intraprese dalla scrivente, in accordo con la Soprintendenza BAP per le province BA-BAT e FG, con l’occasione si inviano i migliori saluti”. A tutt’oggi, a distanza di ben cinque mesi dal riscontro della dott.sa Ragozzino, non ci è dato sapere quali iniziative siano state realmente intraprese per affrontare seriamente, concretamente e praticamente il problema. Qualcuno, è in grado di rispondere, di dare una risposta alla città, visto che stiamo affrontando un argomento relativo ad un bene che è della città, e, quindi di tutti? Perché la stessa Soprintendenza, alla luce della relazione ricevuta, non si è fatta avanti, non si è attivata, presso il Comune di Gravina, con le sue proposte, con alcuni suoi progetti di fattibilità? Anzi, ci risulta di peggio. Che nessuno dei dirigenti e dei funzionari della Soprintendenza sia mai venuto a Gravina per rendersi conto dello stato dei luoghi. Nessun sopralluogo è stato effettuato, sia durante il lavoro di raccolta dati, nonostante l’ente per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico di Bari fosse stato preventivamente avvertito e sia alla luce della relazione conclusiva. Intanto, però, è stato scritto, circa cinque mesi fa che: “si terrà informato codesto Istituto delle attività che verranno intraprese dalla scrivente, in accordo con la Soprintendenza BAP per le province BA-BAT e FG”. Una presa in giro? Una dimenticanza? Una distrazione? La cosa certa è che gli affreschi, a tutt’oggi, giacciono nel loro stato di malessere. A tutt’oggi, nessuno è in grado di dire che fine faranno. Se mai si procederà al restauro, alla ristrutturazione dei supporti, ormai fatiscenti. Il Comune, da parte sua, oltre a non aver assolto al pagamento dell’onorario concordato, come abbiamo avuto modo di evidenziare in un precedente articolo, non sta facendo nulla per sollecitare, chi di dovere, per tentare di cominciare a risolvere il caso. Ormai, gli interessi sono puntati a Roma, leggasi Parlamento, a Bruxelles, dicasi Unesco; magari verso D’Alema o verso Cuperlo. Quali sono gli interessi, le attenzioni e gli sguardi in un comune dove si mette l’amore sopra ogni cosa? Proviamo a chiedere soccorso a Fabrizio De André, che ci aiuta a capire, con la presenza di alcune bocche di rosa, “c'è chi l'amore lo fa per noia chi se lo sceglie per professione bocca di rosa né l'uno né l'altro loro lo fanno per passione. Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”(Fabrizio De André).
Giuseppe Massari
Da domani e fino a domenica meno acqua dai rubinetti di casa.
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10 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:30
- Pubblicato Lunedì, 09 Dicembre 2013 23:00
- Scritto da la redazione
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AQP annuncia una riduzione dell’erogazione
Raccomandazioni per l’utenza
L’Acquedotto Pugliese, alla luce degli interventi di manutenzione in corso sulla conduttura principale della dorsale idrica barese, rende noto che per consentire l’esecuzione dei lavori in programma «sarà necessario ridurre l’approvvigionamento idrico ai serbatoi di alcuni centri abitati di Bari e provincia, con conseguente diminuzione di pressione per cinque giorni». Motivo per il quale a partire da mercoledì 11dicembre «l’erogazione sarà ridotta, fino a domenica 15 dicembre, a Bari, Triggiano, Modugno, Noicattaro, Santeramo in Colle, Gravina in Puglia, Altamura, Bitonto, Giovinazzo, Molfetta e Corato».
Secondo AQP «disagi saranno avvertiti esclusivamente negli stabili sprovvisti di autoclave e riserva idrica, e pertanto si raccomanda di razionalizzare i consumi evitando gli usi non prioritari dell’acqua nelle zone interessate dalla riduzione di pressione».
Per informazioni chiamare il numero verde 800.735.735 o consultare la sezione “Che acqua fa” su www.aqp.it.
Gravina in Puglia, 10 dicembre 2013
Ufficio Stampa
Comune di Gravina in Puglia
Contro la povertà il Comune vara un piano di aiuti.
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09 Dic 2013
- Ultima modifica il Mercoledì, 23 Aprile 2014 15:30
- Pubblicato Domenica, 08 Dicembre 2013 23:00
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Arrivano nuove misure per arginare le situazioni di crisi e di bisogno
Nasce il “Centro famiglia”: garantirà sostegno anche giuridico e psicologico
La povertà morde. Ma chi patisce disagi ha adesso un punto di riferimento in più ed un motivo per tornare a sperare.
Il Comune di Gravina in Puglia ha varato un piano di aiuti, adottato dalla giunta municipale guidata dal sindaco Alesio Valente su proposta dell’assessore alle politiche sociali, Felice Lafabiana. «Nell’ambito del bilancio comunale, pur dovendo far inevitabilmente di conto con le ristrettezze imposte dalla crisi generale e dai continui tagli ai trasferimenti statali – spiegano il sindaco Valente e l’assessore Lafabiana – abbiamo individuato nuove risorse da destinare alla lotta alla povertà, attraverso interventi volti a dare risposte concrete ed immediate a tanti nuclei familiari che, sempre più spesso, si ritrovano in condizione di non poter più neppure garantirsi i pasti o cure sanitarie minime e indispensabili».
Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, fondamentale sarà la collaborazione con la onlus “Opera Mariana del Samaritano”, che già dal 2011 cura il servizio di accoglienza, ascolto ed orientamento alle famiglie in difficoltà. Ad esso si affiancherà ora un “Centro per la famiglia” in cui troveranno posto pure uno spazio neutro per bambini contesi ed un servizio di mediazione familiare. Ma la onlus affidataria, in stretto coordinamento con i servizi sociali comunali e sulla scorta di apposita Carta di Servizio, provvederà altresì ad assicurare sostegno a «soggetti in situazione di estrema povertà, con conseguenti gravi pregiudizi di natura socio-sanitaria», si legge nel deliberato licenziato dal governo civico, che introduce una novità rilevante: i vouchers saranno erogati non in via continuativa ma solo per comprovati casi di emergenza sociale ed a fronte dell’impegno ad adoperarsi in servizi di utilità sociale.
Ben definito, in proposito, il modus procedendi da osservare: per favorire l’accompagnamento degli interessati lungo la strada del ritorno alla normalità, colloqui preliminari consentiranno di individuare i bisogni e reperire ogni informazione utile, onde verificare la sussistenza di un effettivo stato di necessità. Successivamente, si provvederà all’elaborazione «di percorsi personalizzati di uscita dalle situazioni di criticità, tesi a rafforzare la fiducia della persona nelle proprie capacità e a favorire nuovi progetti di vita e di autonomia». Particolare attenzione sarà riservata ai bimbi in età scolare ed ai diversabili. Prevista anche, per grandi e per piccini, assistenza di carattere giuridico e psicologico.
Già approvato lo schema di convenzione: nei prossimi giorni, con la firma delle parti, il via al piano.
Gravina in Puglia, 9 dicembre 2013
Ufficio Stampa
Comune di Gravina in Puglia