Storia, Uomini e luoghi
GUGLIELMO IL GROSSO VICECONTE DI GRAVINA
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23 Giu 2025
- Ultima modifica il Lunedì, 23 Giugno 2025 05:42
- Pubblicato Lunedì, 23 Giugno 2025 05:42
- Scritto da LA REDAZIONE
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A conclusione della XXIII edizione di “Historia” continuiamo a dare alcune notizie del periodo riguardanti la nostra Città.
Guglielmo, detto il Grosso, fu uno dei feudatari di Laurenza del Giustizierato di Potenza, partigiano degli Svevi e stretto collaboratore di Manfredi. Egli fu sicuro discendente di altro Guglielmo, figlio di Matteo di Tito, vassallo di re Guglielmo di Sicilia, signore e conte di Laurenzana (1154) come attestato dal Catalogo dei Baroni.
Egli è passato alla storia per essere stato uno dei più accaniti congiurati antiangioini e sostenitore di Corradino di Svevia. La sua fama si è rese ancor più evidente grazie ai suoi ruoli di feudatario di Laurenzana e, soprattutto, di viceconte di Gravina per volere di Manfredi di Svevia, figlio di Federico II, che il 17 dicembre 1250 ereditò, tra l’altro, la contea gravinese.
Questa notizia la rileviamo da un atto pubblico con cui papa Alessandro IV restituì a Filippo di Santa Croce il feudo di Canne ed il casale di S. Eustachio, fatta da monsignor Giovanni Buono, vescovo di Ancona e vicario del Giustizierato di Barletta e Otranto, che Manfredi aveva ricevuto dal padre Federico II unitamente al feudo di Gravina, che, lo stesso Manfredi, aveva donato a Guglielmo il Grosso suo fedele sostenitore (1255 gennaio 28, Roma – Laterano).
Manfredi, divenuto reggente del regno di Sicilia e in lotta con il papa e i guelfi Angioini, nominò suo viceconte Guglielmo il Grosso, affidandogli la contea di Gravinadopo aver spodestato Gugliemo Toscano. Il viceconte governò il feudo gravinese dal 1251 sino al 1268, anno della sua morte come congiurato contro Carlo I d’Angiò.
Alcuni documenti raccolti nei Registri della Cancelleria Angioina riportano i dettagli- dei “Fatti di Potenza accaduti il 1268” e tutti i nomi dei congiurati della Basilicata:
“ ….. Il nuovo giustiziere di Basilicata trova una situazione insostenibile. Gli uomini più rappresentativi del Giustizierato si erano schierati contro gli Angioini. …I paesi (a sud di Potenza) erano rimasti fedeli agli Angioini, nei centri abitati del versante tirrenico si armavano uomini per domare i ribelli nei centri dell'alta Calabria: i fratelli Giacomo, Riccardo e Roberto da Lauria, al comando di armati del loro paese, parteciparono a fatti d'armi, espugnando il castello di Laino che, ribellatosi agli Angioini, era passato ai fautori di Corradino.
Guglielmo il Grosso fu l’ultimo feudatario svevo di Laurenzana, fedele a re Manfredi sino all'epoca della famosa rivolta antiangioina del 1268, conclusasi tragicamente in Basilicata coi fatti di Potenza, ove fu ucciso insieme agli altri congiurati filosvevi.
A Guglielmo subentrò nel possesso del fendo Annibale Trasimundo di Roma, dando vita al periodo della dominazione angioina a Laurenzana.
Prof. Fedele RAGUSO