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Politica

QUANDO SI DICE “…PER IL BENE COMUNE”

Essere amministrati da un gruppo di persone che pensa a soddisfare gli interessi privati a discapito di quelli della comunità non deve far stare tranquilli nessuno, a tanto ci riporta la più volte tentata vendita della cava di proprietà comunale sita in località Graviglione.

Da anni si sta cercando di permettere questo business non realizzando, per il Comune, il giusto introito dalla vendita del bene, avendo escogitato situazioni che non rispondono al vero, come quello di considerare la cava esaurita pur in presenza di un’autorizzazione regionale (n. 36/2017) dalla quale risulta ancora formalmente attiva comportando ed è stata depositata nei termini una richiesta di proroga, in tal modo, un basso valore attribuito al bene.

Azioni di controllo e di denuncia hanno fortunatamente sventato l’ultimo tentativo obbligando il dirigente a firmare una determina, in data 16 u.s., che sospende quella del 23 aprile scorso in attesa del ricevimento di chiarimenti o, eventualmente, dell'integrazione della valutazione di stima da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ovvio che una situazione del genere intacca la fiducia che i cittadini hanno riposto verso gli eletti a gestire il bene pubblico, in primis il Sindaco che, in questo caso,  dovrebbe sentirsi obbligato a chiarire personalmente alla comunità in virtù di quanto previsto dalla legge 81 del 1993 riguardante  l’elezione diretta del primo cittadino.

Non sono da meno i doveri dei consiglieri comunali, sia di maggioranza che di minoranza, anch’essi devono esprimersi in quanto rappresentanti degli elettori tutti.

Staremo a vedere se coloro che gestiscono vorranno rivolgersi direttamente ai cittadini.