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Politica

REFERENDUM, NECESSARIO RECARSI A VOTARE

Esprimere la propria opinione è un atto di democrazia previsto anche dalla nostra Costituzione; il referendum concretizza questo principio.

Domenica 8 e lunedì 9 giugno le cittadine e i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi su dei quesiti referendari: i primi quattro sul lavoro e il quinto sulla cittadinanza.

Tanto chiarito vogliamo approfondire su cosa dobbiamo esprimerci, intanto c’è da dire che è un referendum abrogativo nel senso che bisogna decidere se cancellare quanto previsto per le questioni su cui esprimersi e poi, in quanto abrogativo, è è fondamentale che vada a votare la metà degli aventi diritto più uno, altrimenti il referendum non avrà validità. 

Il primo quesito sul quale viene chiesto di esprimerci recita:Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?"

 

Nelle imprese con più di 15 dipendenti, infatti, in diversi casi di licenziamento illegittimo, non c'è il reintegro nel posto di lavoro previsto dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, ma un indennizzo economico che può arrivare fino ad un massimo di 36 mesi; si è quindi penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l'interruzione del rapporto.

Ovvio che ci debba essere il reintegro se il licenziamento non è fondato ed allora per ripristinare quanto previsto prima del 2015 bisogna votare SI.