Storia, Uomini e luoghi
“CASTRUM CIVITATIS GRAVINAE ” CIVITA (Nuova città) DELL’ISOLA DEL PIANO
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04 Mag 2025
- Ultima modifica il Domenica, 04 Maggio 2025 16:01
- Pubblicato Domenica, 04 Maggio 2025 16:01
- Scritto da LA REDAZIONE
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Il prof. Fedele Raguso ha ricostruito la "Storia della Civita fortificata" che prese l'appellativo di "Città della Gravina" oscurando definitivamente l’ "Antica Urbs Sidion-Silvium" sorta sulla collina "Pietramagna": “ insediamento urbano storicamente famoso e più volte distrutta dai Romani il 305 a.C. e, successivamente, smembrato e rasa al suolo dalle incursioni barbariche tra il terzo e quarto secolo dopo Cristo.
La nuova "Ciivitas della Gravina" fu costituita dai sopravvissuti "Sidini-Silvini " raggruppatisi nella “Valle della Gravina” naturalmente fortificata dal kanion e dalle impervie lame.
Tra “la Gravina e la “Piana dell’Isola del Piano” si ricostituì l’antica "POLIS Sidinon-Silvium" che, oggi, si chiama Gravina.
“ CIVITA ” fu il sinonimo dell’antica Sidinon - Silvium, che si connotò come “Castrum con Castello” fortificata, situata sull’aspro altopiano, esteso 5 mila metri quadrati (circa). Detto altipiano fu denominato “Isola del piano”, costituito da un pianoro protetto dalla “Valle del Torrente Gravina”, con il “Canyons gravina” a sud-ovest; dalle profonde lame carsiche di “Lama Fondovito” a sud, “Lama Piaggio” a nord; dalle lame della “bassa depressione e torrentelli” di nord-est.
La Piana dell’Isola, denominata “Civita (città)”, divenne un Castrum Civitatis tra i secoli IV-V sec. d.C., voluto e realizzato dai sopravvissuti alle vicende belliche e alle varie incursioni ed eccidi perpetrati dai Goti, dai Visigoti, dai pirati e saccheggiatori Saraceni, dai conquistatori e colonizzatori Bizantini, dai Longobardi, dai Normanni.
Inizialmente, Basiliani e i missionari Benedettini furono promotori e artefici antesignani della “Civita fortificata”, che crearono aggregazioni
con spirito cristiano e patriottico, predisponendo luoghi di preghiera e di aggregazioni sociali, che si divennero protagonisti attivi degli insediamenti umani, delle opere urbanizzazione e di difesa.
Il centro fortificato assicurò più volte la vita e i beni degli abitanti che solidarizzavano in momenti di pericolo, di assedi, di assalti. Castrum e castello costituivano un corpo unico di difesa, di protezione, di socializzazione e di governo. Esso fu alternativamente conquistato da Bizantini e da Longobardi tra il IX, X e XI secolo che, ciclicamente, provvedevano a ristrutturare, rifortificare, ammodernare.
I Longorbardi, in modo particolare, l’X secolo realizzarono una cittadina ben fortificata, per cui i ripetuti assalti ed assedi dei Saraceni non riuscirono a demolire ed invadere.
I Normanni con i loro seguaci si insediarono nella Civita l’XI secolo (1050-1070), convivendo familiarmente con i Longobardi in virtù di matrimoni.
Essi rinnovarono completamente il sito urbano con fortificazioni più solide ed inespugnabili e lasciarono una buona eredità agli Svevi, agli Angioini, agli Orsini che si premurarono per avere una Civita sempre più ampia e inespugnabile.
La “Civita” divenne il centro urbano (la polis) della ricostituita e ricostituenda Sidion-Silvium che aveva subito ripetute distruzioni e smembramenti.
Quella rinata città, denominata “Civita”, fu fortificata con solide mura e con un Castello residenziale per il “Governatore feudale - protempore”.
Lo “status” geomorfologico di quei luoghi indusse gli abitanti a cambiare l’appellativo di Silbion-Silvium in con “CIVITAS GRAVINAE - Nuova Città del Torrente Gravina”.
Quell’Isola del Piano, oggi, è denominata “Piazza Benedetto XIII”, ove esistono, intorno all’ampia piazza: il complesso monastico delle Suore Domenicane con la chiesa dedicata all’Assunta Maria Vergine; l’antico complesso urbanistico della “Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli”; la Cattedrale con l’Episcopio; il Seminario vescovile (oggi Museo Civico); la Biblioteca Finia; la Chiesa di Santa Maria del Suffragio - Purgatorio; le abitazioni private.
Il prof. Raguso con le sue indagini filologiche e storiche ha ricostruito la storia del Castrum Civitatis e la sua evoluzione urbanistica e sociale: storia di un fenomeno di “SINECISMO” (raggruppamenti di abitanti di insediamenti rurali e rupestri), che ha ispirato e permesso all’artista Massimo Loglisci la realizzazione di una pregiata miniatura dell’antico Castrum con Castello che furono distrutti dal catastrofico terremoto del 1456.
Si può affermare, senza ombra di dubbi, che i cittadini di Gravina possono essere fieri di possedere e godere un concreto “Gioiello di Risurrezione Urbanistica” sostenuto da fonti storiche e storiografiche e dall’affermata abilità artistica di Massimo Loglisci.