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Cronaca

Calano le nascite e la popolazione invecchia

La transizione demografica in corso in Italia sta determinando significative trasformazioni nella struttura della popolazione, con implicazioni rilevanti sul piano economico e sociale. L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha fornito un’analisi dettagliata di questi fenomeni nell’ambito di un’audizione parlamentare, evidenziando come il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione incidano su vari aspetti della società italiana, tra cui il mercato del lavoro, il sistema previdenziale e la domanda di servizi pubblici. Questi cambiamenti richiedono un’attenta valutazione per adattare le politiche pubbliche alle nuove esigenze della popolazione.

Nel 2024, secondo le stime Istat, la popolazione residente in Italia è diminuita di circa 7 milioni rispetto al 2014. Tale tendenza, se confermata, porterà a un’ulteriore riduzione nei prossimi venti anni, fino a raggiungere i 47,2 milioni nel 2050. Si prevede che la popolazione sotto i 15 anni scenda sotto il 13% e quella oltre i 65 anni superi il 34%. Il processo interesserà tutte le aree del Paese, ma con particolare intensità nelle zone montane e nelle isole minori.

Il saldo migratorio con l’estero rimane positivo, ma non compensa la diminuzione naturale della popolazione. Nel 2023, circa 360 mila persone sono immigrate in Italia, mentre 150 mila ne sono emigrate. Tuttavia, la natalità tra la popolazione straniera è in calo, anche se rimane superiore a quella degli italiani. L’incidenza dei cittadini stranieri si attesta all’8,8%, stabile rispetto al 2022.

Il numero di nascite continua a scendere: nel 2023 sono nati 379 mila bambini, il minimo storico. Il tasso di fecondità si ferma a 1,20 figli per donna, lontano dalla soglia di equilibrio demografico. Le cause includono l’aumento dell’età media alla maternità, l’instabilità economica e la scarsità di servizi per la genitorialità.

Le dinamiche demografiche non sono uniformi sul territorio. Alcune aree, soprattutto del Mezzogiorno, registrano un forte spopolamento. Le città metropolitane, invece, mantengono un attrattivo saldo migratorio. Tuttavia, anche in queste aree, l’invecchiamento della popolazione è marcato, e le disuguaglianze territoriali si accentuano.