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LA NOTTE DELL’APPIA
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29 Lug 2024
- Ultima modifica il Lunedì, 29 Luglio 2024 13:46
- Pubblicato Lunedì, 29 Luglio 2024 13:46
- Scritto da LA REDAZIONE
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Ieri, su invito del dott. Simone Quilici, Direttore generale del Parco Archeologico nazionale dell’Appia Antica, ho potuto testare l’entusiasmo che suscitano alcuni eventi.
I comuni di Latiano, Mesagne e Brindisi hanno inteso esternare la loro euforia per l’inserimento ufficiale della Via Appia nel Patrimonio UNESCO, a seguito dell’ufficialità espressa dalla Commissione UNESCO riunitasi, in data 28.07.2024, a Nuova Dheli.
La Notte dell’Appia, questo il titolo dato all’evento, ha visto la partecipazione di illustri studiosi, archeologi e responsabili nazionali. L’ufficialità dell’Appia nel patrimonio Unesco, è una notizia che, pure con mezzo rammarico, deve, almeno, lambire la curiosità di noi gravinesi, comunque destinatari di benefici derivanti dall’allocazione della nostra città sull’itinerario della Regina Viarum.
Il mancato riconoscimento UNESCO, per il tratto che attraversa la nostra città, è dovuto, in buona parte, a pregressi errori, noncuranze e superficialità, e, al momento attuale, all’assenza totale di evidenze materiali. Ma nessuno può disconoscere che la Via Appia attraversi Gravina e che la statio Silvium, oltre ad essere riportata su tutti gli itinerari antichi, venga, sistematicamente, citata da illustri storici romani e medioevali e annoverata tra le mansio presenti lungo il tragitto.
Quando si parla di evidenze, si fa esplicito richiamo a eventuali tratti di strada glareata, o altri eventuali reperti archeologici che possano testare la presenza reale della Via. Non a caso dal progetto finale, presentato dal Ministero della Cultura, la Commissione UNESCO ha escluso tre tratti ritenuti poco attendibili.
Adesso non ci rimane che riporre la fiducia nel responso della prof.ssa Marchi, dell’università di Foggia, alla quale l’amministrazione comunale ha affidato l’incarico per il reperimento di elementi validi che attestino la presenza della via. Certamente avremmo preferito un po' più di celerità e che la città fosse messa a conoscenza.
L’Appia, da ieri, è ufficialmente annoverata tra i beni patrimoniali UNESCO, urge adoperarsi perché Gravina abbia un ruolo da protagonista. La dott.ssa Angela Maria Ferroni, responsabile tecnico-scientifico della candidatura UNESCO, mi ha riferito che, in qualsiasi momento, in presenza di evidenze certe, sarà possibile chiedere una rivisitazione del tracciato.
Si lascino da parte, quindi, le delusioni e i piagnistei e ci si rimbocchi le maniche. Se il riportare alla luce le evidenze necessarie è competenza dei tecnici, come città ci si deve adoperare per rendere visibili e splendenti i nostri tesori.
PELLEGRINI E TURISTI ATTRAVERSERANNO L’APPIA E TRANSITERANNO QUINDI SUL NOSTRO TERRITORIO. Il termine pellegrino riporta la memoria ai tanti che, nel medioevo, transitavano sul nostro territorio per visitare santuari o per imbarcarsi nei porti pugliesi per raggiungere la terra santa. L’avvento del cristianesimo e del monachesimo, del quale Gravina conserva tantissime testimonianze, favorirono i pellegrinaggi mentre oggi si devono attrarre i visitatori. Diventa, pertanto, improcrastinabile adoperarsi a che le chiese rupestri siano visitabili; che il parco archeologico Padre Eterno come Petramagna siano fruibili (almeno provvedere a pulirli per renderli più decorosi e accessibili); che l’allestimento del museo archeologico non rimanga un sogno proibito. Bisognerebbe dotarsi di un piano strategico e di prospettiva, pensando ad esempio alla creazione di una direzione unica per il parco archeologico, che comprenda Padre Eterno e Petramagna, e perché no il museo civico. Cultura e turismo è un binomio di visibilità, di condivisione, attrazione, conformazione e di appartenenza e, sotto l’aspetto puramente materiale, di ricavi. È nostro dovere rendere, degnamente, attrattivo il nostro territorio, anche per smentire chi ha definito Gravina “una bella donna vestita di cenci”.
Ai cittadini l’euforica adesione e compartecipazione, a chi di dovere la competenza gestionale, la programmazione e l’attuazione. È sufficiente muoversi con oculatezza, lungimiranza, passione e competenza.
MICHELE LADDAGA