Cultura ed Eventi

LA FIGURA DEL VESC. MONS. SANNA DI GRAVINA DI PUGLIA NEL LIBRO DI FEDELE RAGUSO

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Un libro dedicato alle suore e alla figura del Vesc. Mons. Giovanni Maria Sanna della diocesi di Gravina di Puglia dal titolo “Ricordare per non dimenticare”, nel solco dell’apostolato di solidarietà e d’istruzione, come accenna il sottotitolo.

Il prof. Fedele Raguso, prolifero storiografo e storico di Gravina in Puglia ha dimostrato con questo suo ultimo lavoro l’amore per la sua terra, scavando negli angoli più intimi, come il convento di San Felice dove il vescovo soggiornò e si spense tra le amorevoli cure delle suore di “Gesù Crocifisso” della Casa SS. Nome di Gesù Santa Cecilia”.

La prof.ssa Marisa D’Agostino non ha voluto sottrarsi a questo appuntamento letterario con F. Raguso, visto il consolidato sodalizio che li accomuna, scrivendo un saggio su Mons. Sanna, allegato nel volume.

Il libro fu presentato al pubblico nel salone delle conferenze del predetto Istituto, con la partecipazione dei relatori Rev.mo prof. Gaetano Zito di Catania, del prof. Filippo Tarantino, introdotti dalla coordinatrice avv. Rosa Lorusso. Presenti anche la madre superiore Suor Elisabetta Favale, ci furono intervenuti di Mons. Rocco Favale e il notaio Silvia Raguso.

Il prof. G. Zito nell’analizzare la struttura del libro pose l’accento sul ricco apparato iconografico, che di per sé vale come documentazione storiografica. Dove mancano gli scritti, corrono in aiuto le immagini che sono di supporto alla tessitura della storia. Destinatarie di questo progetto sono senz’altro le suore e le famiglie che a vario titolo hanno vissuto l’istituzione, perciò non è la storia della chiesa, ma è una storia sociale.

La storia usa le carte dell’archivio per ricostruire la verità. Bisogna saperle utilizzare bene per attirare l’attenzione dei lettori. Le suore hanno dato la loro disponibilità alla consultazione degli archivi. Le testimonianze e la narrazione dei rapporti tra il vesc. Mons. G.M. Sanna, e le suore con i bambini, oggi adulti e genitori a loro volta, che hanno frequentato la Scuola S. Cecilia, sono manifestazioni di affetto e di esperienza.

                                                             Giovanni Mercadante

Commenti (1)
La verità, tra falsi storici ed ipocrisie clericali
1Giovedì, 26 Ottobre 2017 10:01
Pinuccio

E' bene precisare, per cancellare certi fasi storici, che mons. Sanna, è vero, "si spense tra le amorevoli cure delle suore di Gesù Crocifisso"." Della Casa SS. Nome di Gesù Santa Cecilia", non si sa cosa significa o cosa abbia voluto dire l'estensore dell'articolo pubblicato. Mons. Sanna morì la sera del 7 ottobre 1956, presso il convento di san Felice. Circa il lavoro, la pubblicazione, la ricerca non oso dire nulla, perchè non ho avuto modo di leggerla. Posso solo dire, che a differenza di chi ha firmato la pubblicazione, il sottoscritto, per volontà delle suore e della Madre generale, aveva battuto al computer, anni fa, tutti gli scritti di mons. Sanna, in attesa che fossero pubblicati. La sorpresa o lo scherzo da suore, è stato che il lavoro del sottoscritto è andato a monte o a farsi benedire ed altri, certamente "più quotati", hanno avuto spazio, ospitalità e onori. Questi hanno i titoli accademici. Io, invece, sono un povero scribacchino, un grafomane. Forse, malato da protagonismo e personalismo. Complimenti alle suore, forse non degne del loro fondatore, per aver consentito una pubblicazione, anche lussuosa, sotto certi aspetti; magari costosa. Poco importa. Importa far sapere che per pubblicare le lettere pastorali e gli scritti di mons. Sanna, le suore, sempre loro, piangevano miseria e povertà, reclamando la indisponibilità a sopportare le spese di stampa. Meno male che il mio lavoro è stato benedetto dal Signore che mi ha dato la possibilità di non vederlo pubblicato, ma mi ha fatto vedere e toccare con mano quanta ipocrisia, "quanta sporcizia", per usare una espressione del cardinale Ratzinger, regna in certa Chiesa.

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