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Cultura ed Eventi

CONGREGAZIONE SUORE FRANCSCANE MISSIONARIE DI GESÙ CROCIFISSO

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Le radici della Congregazione delle Suore di Gesù crocifisso furono le “pie donne” Lucia Saracino, Margherita Gagliardi-Popolizio, Nella Corna-Cometti, Mariella Taccogna, che  negli anni 1920-1922 formarono la “speciale cellula di solidarietà attiva” che praticava la vera carità cristiana. Esse, militando nell’Azione Cattolica Diocesana, si votarono al servizio di solidarietà sociale per aiutare e soddisfare bisogni particolari di famiglie indigenti dei rioni Piaggio, Fondovito e delle periferie di Via Giardini e San Felice, ove non giungeva la missione del sacerdote. Le quattro pie donne, indirizzate e coadiuvate dai parroci delle parrocchie di San Giovanni Battista e San Nicola, prestavano assistenza domiciliare agli ammalati tubercolotici; impartivano lezioni di catechismo a bambini e adulti; si premuravano di far osservare il culto mariano, il culto del S. Cuore ed il culto dei defunti. Esse supplivano o integravano l’opera della “Congregazione di Carità”, dell’“Ente Assistenza Comunale”, delle Associazioni Confraternali.

Nel 1922 il reverendo don Domenico Digiesi, confessore delle pie donne, le presentò a monsignor fra Giovanni Maria Sanna, nuovo vescovo della diocesi di Gravina e Irsina, manifestando la loro volontà di voler vivere in vita religiosa comune. La richiesta delle donne fu accolta con entusiasmo dal vescovo, che si rese disponibile ad ogni impegno per assicurare ogni sostegno e cura spirituale, in attesa della istituzione canonica. Il vescovo curò e incentivò, opportunamente, il loro spirito alla rinuncia, la loro disponibilità al sacrificio e al­l'amore di Dio e del prossimo.

Monsignor Sanna, nel 1928, accolse le richieste delle “pie donne” e assecondò i loro desideri di consacrazione alla vita monastica, affinché servissero meglio Dio e le creature più bisognose. Infatti, nel mese di dicembre di quell’anno fu stipulato il contratto di fitto delle case della famiglia Polini-Meninni, site in via Fazzatoia (oggi via Federico Meninni), che divenne la prima casa religiosa della costituenda Congregazio­ne.

Il 25 aprile 1929, monsignor Sanna, in attesa della necessaria autorizzazione della “Sacra Congregazione dei Religiosi, autorizzò la “Pia Unione” ed ogni sua organizzazione e azione solidale  La mattina del 29 aprile 1929, al termine della S. Messa celebrata nella cappella del­l’episcopio, il vescovo  diede nome alla piccola co­munità nascente « Vi chiamerete Figlie di Gesù Crocifisso » e quella stessa mattina le aspiranti suore presero possesso della pri­ma casa in via Fazzatoia.Il 16 aprile 1931 ricevettero l'abito religioso ed ini­ziarono il noviziato tre della quatro pie donne, perché la Taccogna dovette rientrare a casa per accudire gli anziani genitori.

Il vescovo, il 1937, si attivò per assicurare alla neo Congregazione di suore una sede conventuale senza costi di pigione e adatta ad una comunità in crescita. Infatti, riuscì a conseguire il possesso dell’ex convento di San Felice dei Frati Cappuccini, una volta confiscato e affidato al Comune. In quel convento le suore crearono un cen­tro di apostolato per la gioventù e per i bambini e avviarono una scuola per chierichetti.

Intanto, le suore intensificarono l’apostolato sociale con le vi­site e assistenza domiciliare ai tubercolotici più bisognosi, a cui portavano latte fresco e uova fresche: latte che mungevano dalle mucche e uova delle galline che allevavano e curavano nelle stalle e pollaio del convento.  Esse svolsero per molti anni un benemerito servizio di cura spirituale ai carcerati, che venivano preparati spiritualmente per partecipare alla S. Mes­sa festiva, celebrata in carcere ogni domenica da un pa­dre conventuale. Si preoccupavano di indurli ad osservare i precetti della confessione e comunione in occasione delle Sante Messe delle grandi feste.

Nel 1938 monsignor Sanna affidò alle suore di San Felice anche la cura dell’orfanotrofio maschile che aveva istituito nei locali annessi al santua­rio mariano della Madonna delle Grazie, ex residenza estiva dei vescovi e seminaristi. Quell’orfanotrofio maschile, che era stato trasferito nel palazzo Meninni, nel maggio 1946 accolse ventisette bambini orfani di Montecassino, assistiti e accuditi dalle suore fino al mese di novembre dello stesso anno.

                            Raguso Fedele

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