Cultura ed Eventi

SULLE ORME DI ORLANDO PALADINO DI FRANCIA TEMA DI UN CALENDARIO 2017

Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 

 Il dott. Farmacista Francesco Tricarico ha sponsorizzato per l’anno 2017 la stesura e pubblicazione di un calendario dai contenuti letterari del tutto particolari e accattivanti, attinenti alla mitologica storia dei paladini di Carlo Magno e, in particolare, a quella di Orlando,  immortalato da LudovicoAriosto con il poema “L’Orlando furioso (impazzito per amor della perduta Angelica)”.

Il dott. Tricarico per conseguire e donare un calendario, fuori dalle solite consuetudini, ha chiesto l’impegno qualificato ed appropriato del professor Fedele Raguso, che gli ha proposto un calendario a tema inedito e accattivante “ORME DI ORLANDO PALADINO DI FRANCIA SULL’ALTA MURGIA”.  Il tema proposto è acquisito ha voluto svelare e far conoscere le ragioni di alcuni toponimi e alcune credenze (mitologiche) esistenti sulla Murgia centrale tra Gravina e Poggiorsini. Infatti, sono abbastanza noti i toponimi: la pietra d’Orlando, la piana d’Orlando, La lama d’Orlando, Fontana d’Ogna del cavallo d’Orlando, La grotta d’Orlando. Attributi giunti dal lontano Medioevo angioino e tramandato da pastori e contadini.

I testi esplicativi di tale mitologie sono accompagnati da immagini della Murgia ove il Paladino lasciò i segni del suo passaggio, residenza e azione forsennata.

                                                                              Vincenzo Varvara

 Orlando sull’Alta Murgia

La fantasia della comunità altamurana, sollecitata dalle leggende dei cantastorie e dei teatrini di marionette, immaginò e credette che sull'Alta Murgia, che si estende da Altamura a Spinazzola, giunse e dimorò Orlando, paladino di Francia. Pastori e contadini altamurani, parafrasando i miti del paladino, ubicarono sulla Murgia fantasiose testimonianze indelebili che si consolidarono e si sono tramandate oralmente senza discontinuità. Gli Altamurani attribuirono, innanzitutto, ad Orlando la distruzione dell’antica città magnogreca. Essi immaginarono che alcune conformazioni geomorfologiche fossero opera del paladino con la sua spade (durlindana)  ed il suo cavallo (Vegliantino): la breccia (masso roccioso precipitato), la spianata (pesatura). Immaginarono che alcuni luoghi murgiani fossero dimore temporanee di Orlando:  la lama di murgia Colamarello e la grotta del  Garagnone. Fantasticarono che la sorgente ai piedi del colle Poggiorsini fosse stata scavata dallo zoccolo del cavallo, per cui il luogo e la sorgente presero il nome di “Fontana d’Ogna”.

 Orlando l’eroe dei Pirenei, il folle della Murgia

            Il primo testo a collocare “Hruodlandus (Orlando)” nell'olimpo degli eroi cavallereschi è la Chanson de Roland, scritta più o meno dopo la vittoriosa conclusione della Prima Crociata.  I Baschi  cristiani, personificano i Saraceni, Orlando diviene l’eroe per eccellenza, il prototipo paladino della Cristianità: casto, austero, coraggioso e devoto al suo dovere di buon cavaliere.

 Prima del testo scritto,  la storia trasmessa dal popolo ignorante ha creato numerose versioni del mito: la Durlindana piantata nella roccia a Rocamadour; Orlando è un gigante che ha lasciato segni nella montagna al suo passaggio; il salto di Roldán vicino Huesca l'avrebbe fatto Vegliantino, il suo cavallo, saltando le montagne;  la breccia di Orlando è una fenditura tagliata dalla sua spada Durlindana; la spada, nella cui guaina ha trovato posto un dente di San Pietro, fu recuperata: secondo diverse versioni, un turista inglese del 1845, R. Ford, la vede a Madrid, ma a Rocamadour è ancora oggi incastrata nella roccia; in un imprecisato villaggio dei Pirenei, ancora nel 1968, secondo il professor Gómez Tabanera, le donne sterili si passvano sulla pancia la spada Durlindana.

Sono innumerevoli le rocce dei Pirenei che portano il suo nome (Rotllà in catalano, Errolan in basco), avendole Orlando usate nei più svariati modi.

Orlando distrugge Altamura

La  mitologia altamurana racchiude da tempo  episodi particolari tramandati dalla Chanson de Roland.

Alcuni racconti, di pura fantasia popolare, attecchirono un po' dovunque. Nel poema campeggia l'episodio relativo alle gesta di Orlando con la sua Durlindana, spada invincibile, con Vegliantino (il cavallo)  e con l'epica breccia (la fenditura della roccia pirenaica).

L'antico stemma della citta' di Altamura ebbe un cartiglio con la scritta "Rolandus me destruxit , Federicus me reparavit", in cui si alludeva, con sicura convinzione, al fatto che Orlando impazzito fosse giunto presso Altamura  e l’avesse distrutta con la sua Durlindana.  Dopo aver rasa al suolo Altamura, scorazzòsu tutta la Murgia, dal Pulo a contrada Franchini, a Monte Fornisiello, a Poggiorsini, a Castel Garagnone, a Lago La Noce.

Le leggende di Orlando furono importate dagli Angioini, giunti in Puglia dopo la vittoria definitiva sugli Svevi con l'uccisione di Corradino di Svevia.

ALTAMURA E I SUOI MITI

Non esistono fonti scritte per accertarela nascita dell'antica città di Altamura e del suo toponimo.  Le origini della citta' si perdono nelle leggende. Nei secoli passati si sono tramandate informazioni fuorvianti che attribuivano ad Altamura gli antichi nomi di Petilia e Altilia. Tali note sono state difese da Domenico Santoro (1688) e dal sacerdote Vitangelo Frizzale (1755), successivamente rigettati da Ottavio  Serena (1880) in quanto infondate.

Una leggenda la farebbe risalire ad Antello, eroe troiano che fuggi' con Enea, dopo la distruzione di Troia. Enea prosegui' le sue peregrinazioni fino al Lazio, Antello si fermò in Puglia e, predilesse il colle altamurano. dando origine alla citta' col nome di Altilia (Alter Ilium = altra Troia) .

Altra leggenda  tramandava che Altamura fosse stata fondata da Altea, regina dei Mirmidoni, giunta in territorio dopo la fuga dai suoi sudditi adirati per aver ucciso suo figlio Melegrano. 

AltusMurus (Altamura) ebbe sicure origini preistoriche, ormai attestate dal rinvenimento del fossile “Ciccilo di Lamalunga”. Il primo nucleo sociale fu costituita da sedentari allevatori di ovini e piccoli agricoltori che si fortificarono sull’altura murgiana, proteggendosi con alte mura megalitiche.  Da alcuni documenti notarili di Gravina dell'inizio del XIII secolo, si evince l'esistenza, nella zona interessata dall'attuale Altamura, di un piccolo centro chiamato Muru. . Detto toponimo si riferiva all'antica cinta muraria che cingeva e difendeva l'abitato, di cui oggi sono ancora visibili alcune parti delle fondamenta.

                                                                                                                      Fedele RAGUSO

 

 

новинки кинематографа
Машинная вышивка, программа для вышивания, Разработка макета в вышивальной программе, Авторский дизайн

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Queries Database