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Storia, Uomini e luoghi

Quando Ratzinger si fermò a Gravina

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La sera di quel 9 ottobre 1988, esattamente 28 anni fa, deve essere segnalata come una data importante per la nostra storica cittadina. Il cardinale Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, sia pure di passaggio, fece tappa a Gravina. (A Franco Santamaria, va il nostro grazie per averci fornito la documentazione fotografica). La sua presenza non fu casuale, ma di ritorno dal santuario di Picciano, dove aveva celebrato solennemente la santa messa per  la chiusura dell’Anno Mariano, e prima di raggiungere l’aeroporto di Bari-Palese, il cardinale prefetto si fermò ai piedi della stessa Vergine, per benedire la nuova statua , fatta realizzare dal benedettino olivetano, padre Alfonso Serafini, su iniziativa dello Juventus Club Club “Solo Noi”, e posta dove, da sempre, era collocata: all’incrocio tra la strada per Matera e quella che porta ad Irsina, nei pressi del cimitero. Il cardinale Ratzinger, fu accompagnato da mons. Ennio Appignanesi, arcivescovo di Matera, da mons. Tarcisio Pisani, vescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e dal padre rettore di Picciano, padre Ugo Panebianco. Ad accogliere l’illustre ospite, il presidente del sodalizio sportivo, Giuseppe Massari, che rivolse il suo indirizzo di saluto e di gratitudine al porporato per la prestigiosa presenza nella città che aveva dato i natali a papa Benedetto XIII. La sua presenza in mezzo a noi, quella sera, fu fugace, rapida, quasi un sogno, ma intensa. Indimenticabile, ricca, preziosa, edificante nella semplicità di quel linguaggio che lo ha sempre contraddistinto.  Questo articolo non è solo un ricordo, ma una vera testimonianza verso colui che, successivamente, è stato Capo della Chiesa Universale ed attualmente papa emerito, giunto, ormai, alla soglia dei 90 anni. Una testimonianza verso un gigante teologico della Chiesa cattolica, un letterato, un brillante docente universitario, un papa forte e coraggioso che ha saputo guidare la Navicella di Pietro tra incomprensioni, solitudini, marosi, ma con lucidità, chiarezza, limpidezza, rigore, lungimiranza profetica. A questo uomo di fede e di preghiera, incompreso da certa stampa, da certi ambienti politici e religiosi, vogliamo innalzare la nostra deferente riconoscenza per il servizio prestato alla Chiesa di Cristo; la nostra preghiera perché egli sempre ci benedica e ci protegga e protegga questa nostra città. Per un dato anagrafico incontrovertibile non abbiamo conosciuto i martiri del passato, quelli che hanno fatto grande la Chiesa. Per le stesse ragioni anagrafiche, possiamo dire di aver conosciuto un martire dei nostri giorni. E’ stato papa Ratzinger. Così lo abbiamo voluto ricordare, così lo ricorderemo sempre.

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