Cultura ed Eventi

Il paradosso di una città storicamente aculturale e anticulturale

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Io non so se è vero o è falso che la Fondazione Pomarici Santomasi versi in una condizione precaria da un punto di vista economico, finanziario e contabile; che pianga miseria fino al punto da non poter pagare le spese vive e correnti relative a servizi, personale, acquisto di libri e cancelleria, perché il Comune è soccombente, in quanto non elargisce il dovuto previsto dallo Statuto, che i terreni di proprietà sono passivi o non redditizi. So soltanto, con certezza, che lo stesso ente si è preso il lusso, il privilegio di rifiutare o rinunciare ad una donazione di libri abbastanza cospicua, tanto da poter costituire un fondo a nome del donatore. Una simile e gratuita elargizione, credo, non avrebbe dovuto richiedere esborso di alcun danaro. Intanto, per quello che ne so, ha rifiutato l’offerta giustificandola con la mancanza di locali idonei, in grado di ospitare questa nuova biblioteca, questo nuovo e corposo apporto bibliografico. Un comportamento lesivo secondo le volontà del testatore. Una scorrettezza unica e rara, nei confronti del donatore e dei suoi famigliari, ma solo in grado di albergare e allignare in certe menti e in questa parte di città rappresentata da chi non merita di sedere in quella nobile e generosa istituzione. Siamo all’assurdo, al paradosso, all’impossibile da pensare razionalmente. Siamo in presenza di qualcosa di aberrante ed abominevole. Siamo dinanzi a qualcosa, in presenza di qualcuno che suona e grida bestemmia o sa cantare, come ha sempre fatto, l’inno alla ingratitudine, senza rendersi conto che il danno fatto alla città è stato duplice. Essersi privati di una spontanea elargizione e aver consentito che il patrimonio librario fosse donato ad una pseudo, presunta, ipotetica e nascente associazione, la quale ha depositato i pacchi, i cartoni, gli scatoloni in alcuni locali non fruibili, non attrezzati, non dotati di scaffali o librerie, dove i libri, stanno, probabilmente marcendo o destinati alla naturale distruzione e scomparsa. Certo, l’incoscienza degli uni, dei primi, può, benissimo, essere associata a quella degli altri, dei secondi, i quali, pur sapendo di non poter fare immediatamente fruire il frutto del lascito, hanno accettato la donazione, incuranti, di procurare anch’essi danni e hanno trattato il cospicuo patrimonio quasi fossero prodotti senza scadenza o senza rischio di perdersi, se non conservati e custoditi con tutte le relative cautele.  Questa è la città che non cresce e non crescerà, che deperirà; che pensa di meritare rispetto e considerazione. Questa è la città più anticulturale al mondo, perché figlia di quella città dove la cultura, il turismo, l’innovazione, il progresso sono stati recintati e fortificati in quella rete di cemento armato che ha invaso e assediato la città a suon di affari per la politica e i politici del passato e di sempre, complici, alleati e soci di molti palazzinari e mattonari.

 

Pinuccio Massari

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