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Cultura ed Eventi

Per non dimenticare... la storia

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Il mese di settembre di quest’anno, si è trascinato e si sta trascinando tra feste religiose di quartiere e feste profane. Tra canti liturgici, preghiere, processioni, luminarie, spari, abiti medievali, trombe, tamburi, cortei e sbandieratori. Diciamo che non ci facciamo mancare nulla quanto a svago, divertimento e spensieratezza. Tanto, il tutto è garantito regolarmente dal nostro generoso comune, che elargisce a farisei e a pubblicani soldi della comunità. Tra l’altro, proprio nel medioevo, ai sudditi, venivano garantiti feste, farine e forche. Le feste, non mancano, le farine sono assicurate ai soliti, le forche agli infedeli, a coloro che non sono capaci di salire sul carro dei vincitori. Da questo punto di vista, la storia si ripete. A conclusione di questi intermezzi festaioli, ci sarà, come ogni anno la festa grande, la festa per eccellenza in onore del patrono, San Michele Arcangelo. Al momento, non si sa se sarà la solita festa o sarà una ricorrenza sottotono. Una cosa è certa, per noi gravinesi, sarà una festa molto particolare. Per non dimenticare, ci saranno due ricorrenze che combaceranno con i giorni festivi. Il trentesimo anniversario dell’oltraggio alla nostra storia, con lo scippo della Diocesi e il quindicesimo anno dal restauro ed entrata in funzione dell’orologio restaurato della Finia, oggi, purtroppo, fermo. Catalizzeremo la nostra attenzione sull’evento più lontano. Sull’altro, torneremo in seguito. Trent’anni fa, era il 30 settembre del 1986, stando alla data del decreto della Congregazione dei Vescovi, mani sacrileghe, menti diaboliche, perverse, assetate di protagonismo, preti che non hanno mai creduto in Dio, si appropriarono o fecero appropriare ad alcuni di un privilegio che non gli era dovuto, se non altro per le modalità come avvenne. Con metodi vigliacchi, clandestini, disonesti, che continuarono fino all’inverosimile. Fino a rasentare, nel corso degli anni, il codice penale, presentando lettere false, documenti contraffatti, pur di liberarsi di mons. Pisani, reo di essere più vicino ai gravinesi che non ai mistificatori e ladri di storie altrui. Molti di quei protagonisti stanno dando conto al Signore delle loro malefatte e delle loro nefandezze reali e morali. Altri indegnamente siedono su una delle cattedre episcopali che furono del cardiale Orsini, futuro papa Benedetto XIII. Qualche altro sopravvive senza rimorsi, da uomo senza coscienza. Da nomade, dopo aver occupato posti di rilievo; dopo aver ricevuto il premio, nonostante un suo passato non tanto glorioso, trascorso tra i famosi preti per il socialismo, progressisti, sempre critici nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche; più avanti delle stesse riforme volute dal Concilio Vaticano II. Uno di quelli che ha fatto carriera, come molti altri suoi confratelli ribelli, contestatori, addirittura, saliti alle dignità episcopali, come le cronache più recenti ci ricordano, per avere un esempio simile proprio vicino a noi. Questa è la storia miserabile scritta, per cancellarne una più gloriosa che i protagonisti attivi e non tanto occulti, non accettavano e non accettarono. Questa è la storia meschina di uomini che non hanno fatto la Chiesa; che non hanno edificato la Chiesa della comunione, del rispetto. Ma la Chiesa dell’egoismo, del familismo campanilistico. Una Chiesa mentalmente povera, gretta, subdola, meschina. La Chiesa di Giuda. La Chiesa dei rinnegatori e dei rinnegati. La Chiesa dei pavidi, dei farisei, degli ipocriti, dei sepolcri imbiancati, delle vipere di razza o razza di vipere. La città di Gravina ha scritto la sua storia devozionale verso San Michele. San Michele, scriverà la sua storia e quella della nostra città, non sulle righe storte degli uomini, ma su quelle dritte vie di Dio.

 

Pinuccio Massari

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