Cultura ed Eventi

Madre Teresa di Calcutta, domani nella gloria degli angeli e dei santi

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“Tutto è stato opera di Dio. Niente è stato opera mia. Io non sono che una piccola matitanelle mani di Dio”. Così aveva detto di sè Madre Teresa di Calcutta, la missionaria della carità, destinata, domani, a salire i gradini della santità. Gradini che aveva costruito per lei il santo Giovanni Paolo II quando era alla guida della Chiesa universale e la volle beata, convinto com’era che:” Nel sorriso, nei gesti, nelle parole di Madre Teresa, Gesù ha camminato ancora sulle strade del mondo come Buon Samaritano”. Tutto è stato opera di Dio. Anche la santità, la corona destinata domani, nel giorno in cui si celebra il Giubileo dei volontari e degli operatori di misericordia a Madre Teresa che è stata,  infatti, un simbolo della misericordia di Dio per i poveri e gli emarginati di questo mondo;  perchè ha saputo cingersi dell’amore di Cristo verso i poveri, i diseredati, gli emarginati, gli ultimi, i sofferenti, chinandosi sui corpi martoriati per asciugare le lacrime, le ferite lancinanti e piene di sangue. Madre Teresa santa. Una promessa di Dio fatta agli uomini. La santità di Dio interpretata e vissuta al cospetto della preghiera, dell’ardente e fervente fede. Quella che è segno di contraddizione, ma che non è contraddizione. L’amore di Cristo crocifisso presente nei carcerati, negli affamati, negli assetati, nelle persone spoglie di ogni nudità spirituale e materiale. Una carità sconfinata e racchiusa in quella famiglia di consorelle da lei fondata e sparsa in ogni angolo remoto di terra, di continente e di pianeta. La donna mistica, contemplativa, d’azione e di coraggio, pronta a sfidare le tenebre, il male, le ingiustizie, i soprusi pur di affermare la centralità dell’uomo redento attraverso Cristo; pur di affermare la redenzione di Cristo per sollevare l’uomo dalla polvere della miseria; per difendere la dignità umana racchiusa nel mistero salvifico di Cristo e della Chiesa. La grandezza semplificata; la semplicità fattasi grandezza. Nulla di speciale. Un credo personificato in Cristo e nella Chiesa. Il silenzio diventato parola nei gesti, nelle piccole cose; l’azione silenziosa fattasi Parola vivente. Al cospetto dei grandi per portare il Verbo dei piccoli, ai piccoli. Una santità attesa dal genere umano, che lei ha amato con sconfinato amore, ma non da lei, forse, abituata al nascondimento, all’obbedienza dell’umiltà e all’umiltà dell’obbedienza. Madre Teresa, sintesi di una santità moderna, di una maternità moderna, nel senso di nuova, attuale, veramente procreatrice e rivoluzionaria. Madre Teresa, come Maria, Madre di Dio nella storia, nella nostra storia. D’ora in poi avremo una santa in più in paradiso, così come vorremmo avere coloro i quali aspettano di essere coronati come lei e che appartengono alla nostra città, alla fede viva della nostra comunità di credenti. Gravina aspetta di poter essere privilegiata con le procedure in corso per le beatificazioni e le canonizzazioni di tre grandi illustri personaggi, che hanno fatto grande la Chiesa e il mondo intero. Papa Benedetto XIII, Maria Teresa Orsini Doria Pamphilj e don Eustachio Montemurro. Tre splendide figure tutte dedite all’amore verso il prossimo. Tutte semplici, fondatrici di comunità, ospedali e congregazioni religiose. Tutte degne di meritare la corona della santità, di sedere nella gloria celeste quali nostri santi celesti protettori.

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Pinuccio Massari

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