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Cultura ed Eventi

Se Rumiz e altri non lo sanno: la Via Appia passava da Silvium. Parola di Small

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Il prossimo 27 agosto, Paolo Rumiz e il regista Alessandro Scillitani, nell’ambito dell’estate gravinese, presenteranno il film-denuncia e il libro: La Via Appia il film e il libro. A questi due personaggi e ai loro sodali ignoranti, nostrani e forestieri, vogliamo, semplicemente, evidenziare quanto il professore Alastair Small ha scritto, ribadito e sancito, con certezza e accuratezza di dati, sulla Via Appia, Gravina e l’antica Silvium, nel volume: Vagnari. Il villaggio, l’artigianato, la proprietà imperiale, edito da Edipuglia nel dicembre 2011. L’illustre cattedratico canadese, nel capitolo: La Via Appia e Vagnari, così si esprime nel testo tradotto da Paola Elia. “E’ risaputo dall’Itinerario Antonino che la Via Appia passava per Silvium sulla via da Roma verso Brundisium, ed è generalmente accettato che Silvium deve essere connesso con il grande insediamento peuceta sulla collina di Botromagno, vicino Gravina in Puglia, che fu assediato dai consoli romani nel 306 a C. Dal tempo degli Itinerari, comunque, l’insediamento della collina su Botromagno era stato per molto tempo abbandonato, perciò il nome della città preromana deve essere stato trasferito ad una stazione di strada, probabilmente su terreno più basso da qualche parte nelle prossimità. Il corso della strada tra Gravina / Silvium e Tarentum è logicamente ben determinato, ma ciò non si può dire dello spazio di tempo tra Venusia e Silvium. Non ci sono pietre miliari per identificare la via che prendeva, e non ci sono resti strutturali della strada che ora sopravvivono in questo settore, sebbene Giuseppe Lugli faccia riferimento brevemente a qualche pavimentazione che aveva visto, evidentemente nel primo ventesimo secolo, a ovest della Fontana Rotta vicino Palazzo S. Gervasio”.Se anche nel passato, alcuni studiosi, storici e archeologi hanno avuto ed espresso scuole di pensiero molto diverse tra loro, sia sul tracciato dell’arteria che sulla presenza di insediamenti o tracce di vita romana, Small, non ha mai nutrito dubbi, e né li ha alimentati. La Via Appia ha attraversato Silvium in quello che era il distretto rurale e naturale di sorgenti d’acqua, in grado di fare abbeverare i cavalli nel loro transito. Il paesaggio roccioso, pietrificato, che non fosse anche ricco di acque sorgive e spontanee, non poteva bastare al transito delle carovane da guerra. Questo, spiega, per esempio, che nel tratto in questione e che è riferito alla nostra città antica, il percorso, largo e comodo, era più simile a mulattiere, a strade sterrate che non a ciotolati. Chi nel corso del dibattito promosso, provocato e suscitato da Rumiz si è lasciato andare a considerazioni e a interpretazioni prive di fondamenti, non veritiere, false, è bene che si ricreda, senza atteggiarsi a ruoli non consoni al proprio essere; senza cercare di mistificare e di intorbidire le acque, con il solo scopo e intento di stravolgere la storia o inventarne una che non può coesistere con quella vera. O con l’altro scopo di scippare ad altri ciò che non si possiede, per soddisfare la sete e la bramosia di voler essere primi ad ogni costo, a tutti i costi.

 

Pinuccio Massari  

Commenti (5)
per krinousa 2
5Mercoledì, 24 Agosto 2016 11:57
Andrea Anselmi

Gentilissima Krinousa, dopo questo scritto non la tedio più, io non ho voluto mettere in evidenza la sua presunta ignoranza (che ovviamente non c'è), quanto la superficialità degli amici vicini (con annessa aggressività politica e istituzionale), vedi art.bonus di Franceschini sulla via appia. E' vero, noi gravinesi più propensi a guardare il dito e non la luna, siamo anche propensi a fare del nostro patrimonio di tutta l'erba un fascio, vedi ponti romani o romanici, la fascinazione disneyana delle cantine, re di roma scolpiti sui muri della città, arcangeli e superarcangeli dipinti, pergamene segnate da scalzacani archivisti, una fondazione che compra più carta igienica che libri e a continuare mi piange il cuore. P.S. Al redattore Varvara dico Sutor, ne ultra crepidam ,che te ne fai della mia carta di identità?, un certificato di validità civile.

Piccolo appunto
4Mercoledì, 24 Agosto 2016 10:42
La Redazione

Partendo dalla bellezza che ti può offrire la vivacità di scambio di idee, sarebbe bello dichiarando le generalità. Senza polemica ma per una maggiore chiarezza. Vincenzo Varvara

della lettura ed altre amenità
3Mercoledì, 24 Agosto 2016 09:18
krinousa

gentile signor anselmi, il mio unico peccato è aver letto (contravvenendo alle indicazioni dell'autore) sotto l'ombrellone il libro di Rumiz e aver pensato: che bella occasione per Gravina! Comprenderà, dunque, il mio risentimento nel constatare che alcuni compaesani continuano a guardare il dito di chi indica loro la luna. Noi abbiamo Gravina, abbiamo la sua storia (che con tanta precisione bibliografica lei ha voluto rinfrescare a me e ai nostri divertiti lettori) e abbiamo un patrimonio materiale e immateriale notevolissimo che, però, non sappiamo amare come dovremmo perché piuttosto che guardare e difendere la nostra bellezza preferiamo fare i dispetti ai nostri vicini. Se avesse letto il libro di Rumiz che era chiamato in causa come ha letto la traduzione di Small fornita, l'opera di Small in lingua originale e tutti gli altri testi consigliati, avrà compreso che l'autore dice chiaramente che nulla di ciò che dice è da assumere come verità di fede e che, dove le tracce si fanno più labili, si integrano le informazioni con altro, offendo una rara prova di onestà intellettuale... Ovviamente, chi meno ha più si ingegna ed è così in tutto il mondo, non solo nella Murgia. Jesce ne è la prova. Ma, francamente, cosa toglie alla maestosità dei nostri siti se a qualche chilometro di distanza se ne inventa (nel senso etimologico) un altro? rimango del mio parere: a tutti i costi solo le polemiche più sterili!

per krinousa
2Martedì, 23 Agosto 2016 12:18
Andrea Anselmi

E' vero che lei ha letto Small, ma certamente non ha letto L. Piepoli in Rivista: Vetera Christianorum Edipuglia 2015 o consultato il Romanelli o la Treccani che pone Silvium al Garagnone,o non ha letto il Pratilli o Giuseppe Lugli, e tanti altri. Il problema è l'innesto alla tarantina (toponimo derivante dagli itinerari antichi ad es. l'antonino, e in seguito della strada appia antica, non si risolve il problema di Blera (posta a ridosso di Jesce), località misteriosa nonostante la letteratura falsa e ridondante. Jesce archeologicamente parlando è inconsistente (tracce di insediamenti del I millennio a.C., risibili tracce) e un tratto con dei segni, simili a passaggi di carri (vedi Piepoli p.246) e poi nulla più, qui non c'è niente di epoca repubblicana o imperiale, non c'è la via di appio claudio e non c'è quella che Rumiz ha cercato. Small è importante perchè oltre alla ricerca storica e documentaria si è avvalso anche della ricerca materiale. Forse l'ex presidente leggeva Storia e gloria della dinastia dei paperi (Petronius Paperonius e i sesterzi di Pippus Augustus, e la biga di Pippus Augustus quando giunse a Jesce,esclamò: o capperi che bella gente

a tutti i costi solo le polemiche più sterili!
1Lunedì, 22 Agosto 2016 19:05
krinousa

non so quale libro abbia letto lei, ma da sodale ignorante nostrana lettrice del libro citato posso garantire che nessuno ha mai dubitato del passaggio della via Appia per Gravina, o almeno non nel libro che ho letto io. Anzi, devo dire che al nostro paese si rende molto onore per il suo folclore, per la sua lingua e per la sua atavica capacità di trovare occasioni, ma anche di perderle. Non riesco a leggere questi tentativi di scippi paventati da lei, questo terrorismo psicologico capace solo di creare divisioni pretestuose che ci faranno perdere l'ennesimo treno in corsa. Gravina è presente nel libro ancor prima che nelle pagine a essa dedicate con un'identità forte come sono presenti le altre cittadine che condividono l'appartenenza a questa via. Forse la posizione espressa da lei è più vicina a chi si assimila a "ciutl" (termine mutuato dai nostri vicini materani, da italianizzare in "ciotoli" e quindi in "ciotolati") che a chi si fa una propria motivata opinione consumando i ciottolati delle strade del mondo con i propri piedi. Ma certo, quisquilie se paragonate a chi conosce la quarta dimensione spazio-temporale (di cui finora, lo ammetto, conoscevo solo l'intuizione di Einstein) tra Venosa e Gravina... insomma, se proprio vogliamo alimentare polemiche che almeno si faccia su qualcosa che non sia il sesso degli angeli...

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