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Cultura ed Eventi

Stato di incuria, degrado e abbandono di una Chiesa

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L’immagine in copertina, della chiesa di santa Teresa, è molto eloquente. Fortunatamente, non è sempre così, anche se il suo aspetto, spesso, è quello che è sotto gli occhi dei passanti, siano essi gravinesi che forestieri o turisti. Non è certo una bella fotografia della città. Se a questo si aggiunge l’affresco, ormai perso, situato in una nicchia della parete successivamente e immediatamente dopo la chiesetta, il quadro è completo nella sua certificazione di degrado in cui versano certi capolavori e opere d’arte. Quello finora certificato è l’esterno. Se, invece, ci addentriamo all’interno di quella che un tempo era la parrocchia san Matteo, ex convento e monastero delle carmelitane, lo spettacolo è ancora più desolante e mortificante. Uno spettacolo indecente e indecoroso per colpa e responsabilità delle istituzioni pubbliche, per quanto riguarda e attiene l’ex convento; responsabilità religiose ed ecclesiastiche per quanto concerne. la chiesa, la quale, è da anni che non è più aperta la pubblico, che non si officia più. Questo piccolo scrigno contiene dei gioielli di valore sul piano pittorico ed artistico, destinati a soccombere, se non si provvede, al degrado ambientale; se non si provvede, perciò, a trasferire le tre tele ivi contenute, ad allocarle in luoghi più idonei e più sicuri, lontani da umidità, da pericolosi agenti atmosferici e da eventuali trafugatori d’opere d’arte. La tela più grande, la pala dell’altare maggiore, raffigura le nozze mistiche di santa Teresa in presenza della SS. Trinità. Su una tela, di uno dei due altari laterali, è rappresentata la Sacra Famiglia, sull’altra la Madonna del Carmine, con ai piedi, a sinistra, santa Teresa d’Avila e a destra San Giovanni della Croce, santo carmelitano e sempre nella parte bassa, al centro, lo stemma del Carmelo.  Di questo patrimonio nessuno si occupa di coloro che sono o dovrebbero essere preposti, cioè i signori canonici del Capitolo cattedrale, perché quella chiesa è di pertinenza, sotto la sua giurisdizione, tutela e proprietà, se così la possiamo chiamare. Un ulteriore esempio di degrado e scempio culturale. Un altro esempio di ingiustificato e irrazionale menefreghismo, di conferma che siamo alla deriva senza ritorno, perché, evidentemente, anche per i preti l’arte e la cultura non portano soldi; anche loro sono diventati seguaci, apostoli di quella politica peggiore che ha coniato una mentalità, un modo di pensare assurdo ed insensato. In qualità di cittadini, assistiamo a questo lento degrado senza avere la capacità e solo la responsabilità dell’agonia patrimoniale a cui stiamo sottoponendo e viene continuamente sottoposta  la nostra città. Colpe e responsabilità multiple e molteplici di tutti noi gravinesi, nessuno escluso, abituati a sonnecchiare, a stringerci tra le lenzuola dell’assistenzialismo, delle briciole e delle prebende, a cui non siamo disposti a rinunciare, perché memori di quello che i latini sostenevano, che il denaro non puzza, ci trasciniamo avanti nel tempo e negli anni avanzando e facendo avanzare, con il nostro naturale degrado, anche quello artistico, culturale, storico, monumentale, pittorico.

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Pinuccio Massari 

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