Cultura ed Eventi

Il degrado culturale della storia e della memoria continua

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L’altro giorno affrontavo il problema del degrado culturale, politico, morale e personale di noi gravinesi, partendo da quella storia di ordinaria follia della cripta del signor dottor Vincenzo Tota, una persona che ha fatto tanto male alla sua e alla nostra città. Una storia e una persona da dimenticare. Purtroppo, però, altre grotte, altre cavità naturali o chiese rupestri, ricadenti nel nostro territorio cittadino, non se la passano bene, quanto a salute malferma e degrado inarrestabile naturale, causato, comunque da quell’uomo ingrato e incosciente. Insensibile verso i beni che il Padre Eterno e la natura ci hanno elargito; verso quei beni che la saggezza umana ha saputo elargire con lungimiranza, per arricchirci civilmente, spiritualmente e moralmente. L'’lenco potrebbe cominciare e contemplare la chiesa rupestre del Padre Eterno, situata nella necropoli di Botromagno, fatta oggetto, nel passato, di vandalismo e scempio. Di ogni forma di oltraggio chiamata asportazione clandestina dei suoi affreschi. Oggi, quello che rimane di alcuni resti di affreschi, di testimonianze pittoriche, è solo affidato al suo degrado. Analoga sorte è toccata alla chiesa di santa Maria degli Angeli o delle tombe, incastrata sotto il ponte viadotto della Madonna della Stella. Altro esempio crudele di insipienza e malversazione, tenuto conto che questa realtà storica, come le altre dovevano essere recuperate e rese fruibili da quel famoso progetto Sidin, finito nelle aule dei tribunali, piuttosto che essere considerate patrimonio di inestimabile valore e di fiorente attrattiva turistica. Se da queste grotte si passa ad esaminare quella di san Michele delle Grotte, il danno è stato ancora maggiore, la beffa è stata ancora più inaudita per la ricchezza, la quantità e la qualità degli affreschi, un tempo, ivi contenuti. L’elenco pietoso della ricostruzione potrebbe continuare, ma fermarsi qui è necessario, per evitare il ribollire del sangue; per evitare che i valori sanguigni e del cuore tocchino le vette di qualche infarto. E’ triste, doloroso e penoso fare la conta di questi funerali monumentali. Ma dobbiamo prendere atto della nostra superficiale ignoranza ed identità. Non dobbiamo vergognarci di dire, raccontare e ricordare quanto male abbiamo fatto alla nostra città: direttamente ed indirettamente. Quanti figli degeneri, questa città, ha fatto nascere e crescere nel turpiloquio dell’abbandono; della politica dei politicanti; dei politicanti senza scrupoli, affezionati più a cementificare la città o a cementificare i loro portafogli, piuttosto che far crescere e sviluppare una città a misura di quella degna cultura che apparteneva e doveva appartenere al DNA di tutte le generazioni: quelle passate, prossime e future. Continua, di pari passo, quindi il degrado mentale e personale dei gravinesi e quello della sua classe politica gretta, rozza, ignorante, incivile, barbara. Una conclusione: Quello che non fecero i barbari lo hanno fatto gli zerbini di ogni razza, specie e colore politico. Di fronte ad uno scempio immane, forse, non è sbagliato riprendere e ricordare una iniziativa dell’imperatore Maioriano da Ravenna, che, nel 458 d.C., così decretò: “Per chiunque ardisse demolire o guastare, per ricavarne vantaggio, quei monumenti che i nostri avi innalzarono per utilità pubblica o per ornamento, pene variabili dalla fustigazione alla multa di cinquanta libbre d’oro e all’amputazione delle mani”.

Pinuccio Massari

Commenti (1)
Non ragioniam di lor, ma guarda e passa
1Giovedì, 11 Agosto 2016 12:32
andrea anselmi

Questo scritto e altri di Massari impongono una e più riflessioni sulle cause del degrado generale della Cultura (da treccani- “….L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio”) a Gravina. Ma se vengono meno lo studio, la lettura, l’esperienza, cosa rimane? Non certo la cultura, almeno a leggere la treccani. Se ai tre elementi essenziali per la cultura, li sostituiamo con l’ozio, l’analfabetismo, l’egoismo cosa rimane? Ecco vediamo così lo stato delle cose a Gravina. Sporcizia mentale, accaparramento, idiozia sociale, distruzione dei beni comuni, perdita di memoria propria e comune, l’indifferenza, la puṡillanimità. E cito i bruscolini di Dante «coloro / che visser sanza 'nfamia e sanza lodo» (Inf. III 35-36) E i gravinesi diranno “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”

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