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Cultura ed Eventi

La tela del soffitto della chiesa di Santa Sofia

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E' in corso, ma forse alle battute finali, da parte di Giuseppe Digennaro e Gianna Lavenuta, due giovani restauratori d'opere d'arte, il restauro della tela situata tra le lunette a rosa del soffitto cassettonato della chiesa di santa Sofia di Gravina. Si tratterrebbe di una Sacra Famiglia la cui identità pittorica, però, non è stata mai individuata e né chiaramente attribuita. Alcuni storici poco credibili e poco accreditati, quelli che scrivono di storia facendo il copia ed incolla da altri testi altrettanto inaffidabili, hanno sostenuto che quell'opera fosse cinquecentesca, di scuola romana e, falso più dei falsi, raffigurante la Natività. Ma le sorprendenti novità non si fermano o non possono fermarsi a questa prima stazione di mendacità. Andando avanti, nel consultare testi e fonti, si scopre che un altro di quelli che è passato alla storia per essere stato studioso competente di storia locale, ha scritto che nella predetta chiesa c'è: "Un soffitto di legno cassettonato decorato analogamente agli stipiti e ai sott'archi, con al centro una Sacra Famiglia, riferibile a Scuola romana del secolo XVI". A parte la coincidente attribuzione temporale, nel secondo riferimento si ha la certezza, quanto meno, che la raffigurazione pittorica è la Sacra Famiglia e non la Natività. Tra l’altro, la professoressa Mimma Pasculli Ferrara, nel testo Atlante del Barocco, relativamente al capitolo sui soffitti a cassettoni, scrive che: “Un esempio di cassettonato a rosette, distribuito in una ritmica successione di piccoli quadrati a bassorilievo, è sulla navata della chiesa di S. Sofia a Gravina, con unica tela centrale della Sacra Famiglia (sec. XVII)”. Sul soggetto raffigurato non dovrebbero esserci dubbi.  Non avendo mai avuto l'abitudine di fermarci alle prime fonti e fontane di notizie, abbiamo consultato il testo relativo alla visita apostolica che il cardinale Orsini effettuò a Gravina nel 1714, mentre era arcivescovo cardinale di Benevento. Nel testo della visita, riguardante la succitata chiesa, l’Orsini così si esprime: "E' lunga questa chiesa palmi 63 e larga 29, col suo soffitto à quadretti indorati nella nave, e col volto a à quattro lunette nella Tribuna". Non viene fatta nessuna menzione a quella tela. Da ciò si deduce che se quella tela fosse stata realizzata intorno al XVI secolo, al tempo della visita orsiniana doveva risultare. Deduzione. La datazione e l'attribuzione dell'opera non possono essere riferiti né al 500 e nè ai primi anni del 700, ma molto dopo, quanto meno, alla metà del XVII secolo. Non molto tempo fa, nel corso di una visita sopralluogo istruttiva con i propri alunni, il professor Pavone e la professoressa Mimma Pasculli Ferrara, attribuirono il dipinto, osservandolo da lunga distanza, cioè dal pavimento e calpestio della chiesa, a Francesco Solimena. Forse, neanche questa paternità è certa. Si aprono i confronti e i contributi a chi è in possesso di notizie più precise, ma soprattutto, credibili ed affidabili.

 

Pinuccio Massari 

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