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Cultura ed Eventi

Perché i bagni per disabili?

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Entrate in un edificio aperto alla gente, pubblico o privato che sia: fieri mostrano il bagno per persone con disabilità là dove c’è, in alcune parti due o tre.

Anche le indicazioni lo mostrano trionfanti: è qui! Il terzo bagno. Quello per i disabili. E ne si fa un vanto: vedete come siamo bravi, pensiamo a tutti, anche a loro. Loro, sì. Le persone con una disabilità. Che ne farebbero volentieri a meno. Che preferirebbero non avere strade preferenziali, ma usare quelle di tutti. Basta che queste siano utilizzabili.

E allora ecco la domanda: perché?

Effettivamente, pensandoci anche solo un poco, non si comprende quale possa essere il motivo per cui si costruisce un luogo solo per chi ha disabilità: non sarebbe più semplice fare in modo che siano accessibili a tutti i consueti bagni per maschi e femmine?

Colpa di una situazione di ignoranza paradossale, da nessuna parte è scritto che deve esserci un bagno per disabili, che è un errore, almeno uno accessibile. Rendere il bagno confortevole e utilizzabile per tutti, con qualsiasi difficoltà motoria, è bello e possibile. Ci si nasconde spesso dietro le norme.

L’accessibilità dovrebbe pretendere risposte più alte, anche nei colori e nella scelta dei materiali. Eppure nei bagni per disabili ci sono ancora maniglioni da ospedale, water troppo alti, lavandini troppo alti.

 

Qualcuno lo ha risolto, ha fatto dell’accessibilità il suo fiore all’occhiello. Perché l’accessibilità vuol dire luoghi per tutti, non riguarda solo la disabilità. 

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