Cultura ed Eventi

Da tempo la Biblioteca Finya è chiusa

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Il 13 settembre 2013, dopo alcuni lavori di consolidamento statico, di ristrutturazione, furono riaperti i battenti la storica Biblioteca capitolare Finya.

Dopo anni di chiusura per eseguire lavori di recupero statico, di pulitura e ripulitura dei testi, oltrechè della ricatalogazione, inventariazione e sistemazione nelle nuove scaffalature, seguì un periodo in cui era possibile visitare e prendere visione dell’immenso patrimonio esistente consistente in manoscritti, libri e quant’altro di carattere religioso.

Nominato, dal Capitolo, don Giacomo Lorusso responsabile della biblioteca si costituì un’associazione di volontari che assicuravano l’apertura della stessa oltre ad organizzare incontri culturali.

Insomma la comunità gravinese aveva a disposizione un contenitore culturale e ciò comportava anche il poter offrire ai turisti un’altra bellezza del nostro ricco patrimonio.

Ma si sa, sappiamo farci del male e così alla “destituzione” del responsabile di don Giacomo ha fatto seguito lo scioglimento dell’associazione che operava a supporto con la conseguente chiusura della biblioteca.

Insomma non ci smentiamo mai, solo che ora vorremmo sapere il perché non possiamo più fruire, ammirare quanto nella stessa contenuta e, di conseguenza, desidereremmo che ci si adoperasse per la riapertura.

Commenti (1)
La Finia: un bicchiere mezzo pieno, un bicchiere mezzo vuoto
1Mercoledì, 27 Luglio 2016 19:53
Pinuccio Massari

No, la Biblioteca non è chiusa. E' solo difficile capire e stabilire se è semiaperta o semichiusa, visto che esiste una specie di portinaio che apre e chiude il portone, perchè così ha voluto qualcuno che capisce, che si intende e si è sempre inteso, invece di agricoltura parassitaria e latifondista e pensa di fare il prete colto. Con la presenza di una persona che funga da portinaio è come se il contenitore fosse chiuso. Non è fruibile al massimo, attraverso una figura di competenza, esperta. Stessa sorte è toccata all'Archivo Unico diocesano, affidato, ieri, a ladri, a predatori, a imbrattatori di documenti, mestieranti del falso e lestofanti, oggi, lasciato nelle mani di un altro incompetente, ma nelle grazie di chi pensa di essere il Richileu di Gravina, del Capitolo. Siamo in pessime mani, in mani oltraggiose e menti diaboliche da far rivoltare nella tomba mons. Cennini, il cardinale Fini e l'Orsini, mecenate di quel sacro tempio della cultura, dello scibile e del sapere. Pensare quanto il cardinale Orsini, poi papa Benedetto XIIi, si è speso per inculcare il rispetto per l'arte, la cultura, il riordino di libri, librerie e bibliotece, c'è solo da rabbrividire. Da stare male, pensando a sciacalli, avvoltoi che non fanno usare beni pubblici; donati per essere fruiti ed elevare il grado culturale delle popolazioni. E' miserabile assistere, impotenti, al degrado culturale, civile a cui questa nostra città è stata condannata da ipocriti servi del nulla; della povertà mentale, del non sapere essere neanche sguatteri. E' disgustoso pensare che la cultura possa essere appannaggio di sfoghi e risentimenti personali. E' disdicevole pensare che ci sia gente tanto insensibile ed incosciente, anche quanto millanta e millanta solo passioni e simpatie verso certi personaggi del passato, che hanno lasciato i loro beni preziosi, oggi, purtroppo, sciupati dall'incuria, dall'incapacità di gestire di chi, per natura e carattere è stato nicchia del proprio orgoglio, delle proprie debolezze, delle proprie meschinità, del proprio pressapochissimo, della faciloneria a basso prezzo. Gravina deve vergognarsi di questi rappresentanti istituzionali, appartenenti ad un clero insipido, insulso, sciattone, indegno di rappresentare la costumanza civile di una cultura soffocata dalla polvere dell'inedia.

yvComment v.2.01.1

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