Cultura ed Eventi

A dieci anni dalla scomparsa

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Una triste ricorrenza a dieci anni dalla scomparsa dei fratellini, ora Angeli di Gravina.

Partecipare alla Celebrazione Eucaristica questa sera presso la chiesa dello Spirito Santo alle ore 19.30 è un dovere morale per una comunità che dieci anni fa si strinse, attonita e costernata, per dimostrare il dolore che aveva colpito tutta la città e non solo.

Riproponiamo uno scritto pubblicato da un quotidiano locale, Murgia di Altamura, subito dopo il ritrovamento dei corpicini, che rende il sentimento comune in ognuno di noi: Miei cari “Angeli” siete nei miei pensieri, nel mio cuore addolorato e tormentato, per essere stato in quei luoghi e vicino alla maledetta trappola alcuni giorni prima e qualche giorno dopo la vostra agonia e fine. Le mie orecchie sentono “fiochi gemiti di pianto, sibili di vento con richieste di SOS dal giorno del rinvenimento dei vostri resti. La vostra triste esistenza e la tragedia che vi ha portati alla casa di Dio, testimoniano l’evidenza di un mondo ignavo, sordo, indifferente, che vi piange oggi: troppo tardi per esservi vicino! Quel mondo avrebbe dovuto, anzi, doveva ascoltarvi e proteggervi quando invocavate la solidarietà che vi è stata negata!

Caro Ciccio, carissimo Tore, perdonatemi se oggi parlo dei luoghi dei vostri giochi segreti e del vostro ultimo respiro! So di rievocare e vivificare il dolore a quanti vi vollero bene e vi furono compagni di tristezze e di giochi. A voi fu negata la gioia di vivere! Questo mio scritto che parla della  “casa della vostra disgrazia”, sarà tormento per chi vi spinse a così crudele destino! 

Spero che il vostro sacrificio non sia solo la fine della vostra esistenza, una tragedia come tante! Deve essere fine delle “sofferenze-violenze” che in quei luoghi sono state vissute, sofferte nel silenzio e nella indifferenza del mondo circostante. Anche le vostre grida di dolore e richieste di aiuto non sono state sentite dai vostri compagni di gioco e da chi doveva cercarvi.

Se nessuno ha avuto parte attiva nella vostra disgrazia, i soccorritori avrebbero dovuto cercarvi, trovarvi, evitarvi  fine tanto atroce.

Il vostro sacrificio ha evitato stesso destino a Michele, caduto accidentalmente o “inviato da fato e Giustizia mossa a compassione”? Quella Giustizia provvidenziale che sempre arriva, anche se con ritardo, per porre fine a misfatti disumani! L’ultimo misfatto vi ha tolto la vita! Auguriamoci che dopo di voi nessun altro patisca ingiustizie e violenze in quel grande labirinto.

È legittimo pensare che su quei luoghi gravi qualche arcana maledizione proferita da quanti sono stati sottoposti ad umiliazioni, a sofferenze, a violenze, annientamento morale e fisico.

Voi due, cari fratellini, siete il “capro espiatorio” e la “voce di coloro che invocarono aiuto come voi” e spirarono dicendo: Basta! Noi tutti siamo chiamati a fare eco di quel “Basta” per far cambiare volto a quei luoghi, che voi avete purificato come “agnelli sacrificati per scacciare il maligno”.

 

 

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