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Cronaca

Non sarò vittima che silenziosamente andrà via.

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La frase è estrapolata dal messaggio inviato da Rino Angellotti al Prefetto Mancone, Ministero degli Interni e all’Onorevole Biondelli, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Sociali e, per conoscenza, al Presidente CICAM, Antonio Di Pinto.

“Non è ammissibile che le Istituzioni di ogni ordine e grado siano responsabili del fallimento di imprese sociali che legalmente svolgono il proprio ruolo ed impegno, mentre si favoriscono meccanismi di illegalità e corruzione con società “amiche” che operano nella completa illegalità:

Il governo italiano, dopo averci collocati minori stranieri non accompagnati dalla Sicilia attraverso organi istituzionali territorialmente competenti, ci hanno negato e ci negano i pagamenti per le attività di accoglienza prestata in più di due anni, costringendoci a fallire come imprese e come uomini insieme alle nostre famiglie. Questo è il motivo che da oggi, 15 maggio, inizio lo sciopero della fame e della sete e consegnerò il mio cadavere ai responsabili della mia disperazione presso i Ministeri che ben conoscono tale ignobile situazione e che non fanno altro che calpestare la nostra dignità nei tanti incontri svolti.

Non sarò vittima che silenziosamente andrà via, dovranno conoscere tutti la verità su quanto il governo italiano è stato in grado spregiudicatamente di compiere e dovrete rispondere dinanzi alla legge e a Dio.

Il mio-nostro fallimento dovrà essere il cancro delle vostre coscienze, ed io sarò l’ultima vittima della vostra indifferenza ed ipocrisia.”

Sono parole agghiaccianti; Rino Angellotti, Presidente della Cooperativa Sociale “Il Sipario” da stamattina è a Roma per continuare ad attuare la forma di protesta intrapresa.

La cooperativa opera da diversi decenni nel campo dei minori, ha diverse sedi ed occupa centinaia di persone che da oltre un anno non percepiscono lo stipendio mentre lo Stato è debitrice, nei suoi confronti, di circa 2,5 milioni di euro.

Non vogliamo aggiungere altro ma vi terremo aggiornati sulla vicenda.

 

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