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Cronaca

LA BUONA SCUOLA?

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E’ terminata una grande manifestazione a Bari per dire no al DDL “La Buona Scuola”.

Manifestanti provenienti da tutta la Puglia, ma anche dalla Basilicata e dalla Calabria, si sono dati appuntamento questa mattina in piazza Castello.

In città sarebbero arrivati più di 70 pullman e in piazza si sono radunate più di 20mila persone, quasi 25mila secondo gli organizzatori. Il serpentone ha attraversato le strade del centro passando da via San Francesco d’Assisi, via Latilla, via Quintino Sella, via Abate Gimma, corso Cavour e corso Vittorio Emanuele per poi raggiungere piazza Prefettura dove si è tenuto il comizio conclusivo. Il leitmotiv della manifestazione è quello del funerale, che studenti e addetti ai lavori stanno celebrando alla scuola pubblica “soffocata” dal ddl sulla “buona scuola”. La manifestazione si è tenuta in contemporanea nelle piazze di Aosta, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma.

Anche Gravina ha dato il proprio contributo, ben 2 pullman sono partiti questa mattina per partecipare al corteo.

I docenti e il personale ATA ed anche alcuni Dirigenti Scolastici dicono no alla buona scuola di Renzi e lo hanno fatto proclamando uno sciopero da parte dei sindacati confederali (CGIL, CISL, UIL, con SNALS e Gilda) a cui aderiscono anche i sindacati di base (Unicobas e Cobas), proseguendo la protesta iniziata da altri sindacati di base (tra cui USB).

E’ stata una manifestazione che ha visto scendere in piazza anche le associazioni di studenti, genitori, docenti universitari, nella convinzione che la battaglia per la scuola pubblica statale sia di interesse generale e travalichi gli interessi particolari di una sola categoria. Particolarmente “arrabbiati” i genitori dei bambini della scuola primaria, interessata nei prossimi giorni dalle famigerate prove Invalsi: inizialmente programmate per il 5 e 6 maggio, ma che hanno subito un rinvio ingiustificato al 6 e 7 maggio.

Quanto al DDL, oggetto principale della protesta è che determinerà la perdita della libertà di insegnamento e la stabilità professionale dei docenti: con gli albi territoriali, i piani triennali e la chiamata diretta da parte dei dirigenti.

Non è esattamente quello che tanti elettori si aspettavano dal governo Renzi, le riforme si fanno con un consenso democratico.

Clicca sull'immagine per visualizzare la galleria fotografica.

 

 

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