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Cronaca

Pasquetta a Gravina secondo la Fondazione Santomasi, i turisti e noi

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“Una grande affluenza di visitatori nella giornata di Pasquetta ha affollato le sale del museo che per l’occasione ha aperto al pubblico con orari straordinari. Il tempo instabile e malandrino ha dato uno sprint ai gitanti del fuori porta invogliandoli a trascorrere una giornata diversa all’insegna della cultura. In circa 300 hanno apprezzato il nostro museo e le collezioni in esso contenute con un occhio di riguardo alla sezione archeologica e agli affreschi di San Vito Vecchio. Parole di apprezzamento sono anche andate all’accoglienza,alla preparazione delle guide,ma non sono mancate alcune critiche riscontrate nella città come lo stato di abbandono e degrado della gravina, il traffico sregolato nel centro storico e i pochi fondi utilizzati alla pubblicizzazione di un territorio così variegato , affascinante e meritevole della giusta conoscenza”. Riprendiamo, pari pari, un comunicato emesso dalla Fondazione Ettore Pomarici-Santomasi e apparso sulle pagine fb, comprese anche le autocelebrazioni. Non può che farci piacere apprendere che il giorno di Pasquetta, a Gravina, non è stato un giorno festivo come tanti. La città, nonostante l’inclemenza del tempo, è stata pacificamente invasa da visitatori, da assetati e affamati di cultura. Purtuttavia, come si legge nella nota riprodotta integralmente, gli stessi forestieri, turisti, visitatori si sono accorti, bontà loro, che la nostra non è città turistica, ridotta così com’è, per il degrado di alcune zone di interesse storico ed archeologico; per la viabilità compromessa da molti fondi stradali sconnessi; dall’aggressione selvaggia del centro storico con il suo traffico caotico, disordinato, sregolato. Una città siffatta, non accogliente, non completa sotto l’aspetto strutturale, di vivibilità, monca sotto l’aspetto della sua vera bellezza, delle sue autentiche potenzialità non è una città da esaltare o di cui esaltarsi da parte di chi pensa di promuoverla se poi gli scenari e gli umori che ne derivano non sono affatto edificanti e qualificanti. Non ci si rende conto che la città promossa e promozionata è pari ad una terremotata o uscita da un conflitto bellico. Sforzi immani e generazionali, sembra, si stiano compiendo attraverso le tante e numerose campagne promozionali. Tutte inutili e dispendiose se i risultati sono questi, se i giudizi finali restano, permangono e si confermano negativi da parte di coloro che stazionano poche ore nella città dei tanti gioielli. Figuriamoci se questa gente fosse destinata, per scelta o per altre ragioni, anche turistiche, a vivere più ore in una città siffatta. Scapperebbe e non tornerebbe più. Concludendo. Questi giudizi potrebbero far male se non fossero veri. Sono, purtroppo, realisticamente veri tanto che molti non ci fanno neanche più caso, a cominciare dai signori amministratori presi da altri vortici, da altre frenesie, da altre fisime, da altre megamanie e megalomanie chiamate Unesco. Con queste premesse? Con queste incidenze e questi giudizi negativi? L’Unesco è solo la movenza e il movente per nascondere tutto l’immobilismo messo in atto da parte di chi non si rende conto di essere inutile ed insignificante in questa città; di chi vuole dare la parvenza di un attivismo destinato a far crescere turisticamente la città. Illuso. Illusioni da non far passare per vere, da non condividere per vere e da non pensare come sogni che si potranno avverare, quando i sogni non sono frutto di immaginazione ma coscienza, conoscenza ad occhi aperti di una cultura che manca e che bisogna costruire, immettere sul mercato della ragione, della operatività seria e non piazzaiola; di una cultura da  riabilitare, innanzitutto, nel proprio habitat mentale.

Giuseppe Massari

 

 

 

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