Cronaca

Sindrome di Down: un cromosoma (e una marcia) in più

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Salvatore e Caterina, marito e moglie, sono i protagonisti dello spot realizzato da Saatchi & Saatchi e prodotto da Coordown, il coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, detta anche Trisomia 21, perché causata dalla presenza di una copia in più, nel patrimonio genetico, del cromosoma 21.

Il video, ambientato in un Mc Donald di Roma dove Caterina lavora, si intitola “The special proposal”. Comincia in strada, con i Neri per caso che intonando “Come away with me” di Norah Jones, entrano nel ristorante insieme ad un elegantissimo Salvatore, con una mimosa all’occhiello e un pacchettino in mano. Tra gli sguardi stupiti degli avventori raggiungono Caterina, che sta lavorando vicino alla cassa. Lì Salvatore si inginocchia e chiede alla sua fidanzata di andare a vivere con lui, dandole la chiave di casa contenuta nel pacchettino. Lei lo bacia e si commuove. Lui le asciuga le lacrime. Si abbracciano. La gente applaude. Scena successiva: i due dentro casa, preparano la colazione, si lavano i denti e guardano la tv, mano nella mano. In sovraimpressione scorre la frase: “Proprio come Salvatore e Caterina, molte coppie sognano di poter vivere insieme, un giorno. Aiutiamoli a realizzare questo sogno.  Perché per le persone con sindrome di Down, l’indipendenza vuol dire un futuro più radioso”.

Visto lo spot, un altro bellissimo lavoro di Coordown dopo il successo planetario diDear Future Mom (oltre sei milioni di visualizzazioni), di cui avevamo parlato l’anno scorso qui su Invisibili, decido di andare a conoscere i due protagonisti.

Ora vivono in un appartamento romano, a due passi dal Colosseo, messo a disposizione dalla Fondazione “Verso il futuro”. È la sede del progetto Domus. Qui Salvatore e Caterina convivono, una settimana al mese, insieme ad altre persone con sindrome di Down e ad alcuni operatori. E qui hanno imparato ad essere indipendenti. A spostarsi in città, a prendere l’autobus, a fare la spesa, a prepararsi da mangiare, a rifare il letto, a tenere pulita la casa. Oggi sono pronti, mi dice uno degli operatori, per andare a vivere da soli.

“Avete paura?”, chiedo loro. Caterina un po’ sì. Vuole stare con il suo amore, ma non staccarsi dagli amici e dagli affetti più cari. Salvatore invece è più deciso. Ha bisogno di indipendenza. A casa, con i suoi, si sente stretto. Vuole fare l’attore. È disposto a studiare giorno e notte, pur di riuscirci. E vorrebbe trovare un appartamento nella zona in cui abita la famiglia di Caterina, per farla sentire meno sola.

Sono belli e simpatici. Seduti sul divano, mano nella mano. Lei chiacchiera a macchinetta, lui fa finta di non sopportarla per questo, ma sorride quando la ascolta e poi l’abbraccia e le dice “sei la mia vita”, proprio come nello spot.

 

Stare insieme, guardare le fiction alla tv, prepararsi un caffè, andare a lavorare, uscire con gli amici. Quella che per noi “normali” è banale, a volte noiosa, routine, per Salvatore e Caterina è felicità allo stato puro. È il traguardo raggiunto dopo anni di lavoro. Che dire? Complimenti ragazzi, e grazie. Adesso ho capito cosa vuol dire quel cromosoma in più.

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