Storia, Uomini e luoghi

La storia si vendica senza volerlo

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Può essere interessante sapere, conoscere che l’attuale via Canale D’alonzo, quella che, attualmente conduce da piazza Scacchi alla zona di Giulianello o più propriamente nei pressi della chiesa di san Giorgio, aveva un altro toponimo? Chissenefrega, potrebbe rispondere qualcuno. Forse, non a tutti, non a molti, presi come siamo da altri problemi, da altri falsi problemi o dal disinteresse più totale e più generale nei confronti della storia antica appartenuta a  questa nobile e vetusta cittadina. Casualmente, non più tardi di ieri lunedì 23 marzo 2013, scopro che all’imbocco di detta via, sempre partendo da piazza Scacchi, a sinistra, sulla parete del palazzo D’alonzo, o non più di proprietà di questa famiglia, che costeggia l’omonimo tratto di strada, vi è l’incisione della vecchia denominazione, VIA CASALE S.GIORGIO, assunta, con ogni probabilità, durante il fascismo, se dobbiamo stare alla riproduzione del testone del duce, così come è visibile nella immagine riprodotta grazie all’amico Nicola Cicolecchia, trovatosi a passare, per caso, gentilmente precettato e incaricato di procedere a qualche scatto fotografico mentre ero, da solo, intento a commentare la inaspettata scoperta. Purtroppo, spiace dirlo, ma questo aspetto di vita cittadina è sfuggito, persino, ad alcuni studiosi di storia locale, lontani dal dirsi storici, perché nelle loro ricerche, nelle loro pubblicazioni non ne hanno fatto mai cenno. Non è su questo che voglio soffermare la mia attenzione. A molti capita di essere distratti. Quello che, invece, preme rilevare è la facilità con cui si è proceduto da sempre e per ogni dove, da parte delle pubbliche amministrazioni, anche qui da noi, a cambiare sistematicamente, arbitrariamente, facilmente e politicamente  i vecchi toponimi, soprattutto se questi dovevano cancellare la memoria storica italiana o locale di alcuni periodi storici, come appunto il fascismo. Non a caso, ho fatto riferimento alla memoria storica e non alla storia, perché nessuno la può cancellare, né i presuntuosi, né i facinorosi bigotti ed impregnati di antifascismo demenziale, nonostante i tentativi velleitari, strumentali, demagogici, faziosi,  messi in atto, soprattutto, nel corso degli anni roventi, delle contrapposizioni del secolo scorso. Gli stessi, poi, mi devono spiegare perchè altre testimonianze di quel vituperato regime non sono state cancellate, distrutte e mi riferisco, sempre riguardante la nostra città, all’edificio scolastico San Giovanni Bosco, costruzione di pretta marca fascista o all’ex GIL, quella che si trova tra via Libertà e piazza della Repubblica, un tempo sede del PCI e della CGIL. Cambiare i nomi alle strade è come cambiare il proprio sangue, è estirpare le radici delle proprie origini. E’ come cambiare le proprie generalità o sesso. Non è naturale, non è opportuno, perché non sono le sembianze che fanno la differenza, le apparenze ma la consistenza storica di un popolo che non deve mai essere ingrato nei confronti di chi, bene o male, ha scritto quelle pagine che non vanno stracciate, non vanno mandate al macero, non vanno macchiate da pretesti, capricci, idiozie, frutto di ignoranza e di frustrazioni.

 

Giuseppe Massari

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