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Cultura ed Eventi

“Giù le mani e le malvagità dai Minori Stranieri”

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Gli atti di intolleranza nei confronti dei Cittadini stranieri, ai quali stiamo assistendo negli ultimi giorni, non possono e non devono in alcun modo, essere giustificati e compresi. “Emergenza genera emergenza, odio genera ulteriore odio…”, lo abbiamo scritto e sostenuto in ogni dove da mesi, lo abbiamo ripetuto nelle sedi Istituzionali, ed abbiamo puntualmente “supplicato” le Alte Cariche dello Stato ad intervenire immediatamente per ripristinare un sistema di accoglienza, divenuto oramai insostenibile ed inadeguato. La crisi economica che “attanaglia” le nostre famiglie, la disperazione dei tanti Italiani che hanno perso il proprio lavoro, la difficoltà dei giovani ad immaginare il proprio futuro, dovrebbero essere elementi verso i quali la politica e le Istituzioni sarebbero tenute a dare concrete risposte, e non motivi giustificativi alla base di taluni atteggiamenti violenti ed intolleranti.

Non vogliamo in nessun modo cercare “capri espiatori”, ma è evidente che quello a cui stiamo assistendo, non è altro che l’ennesima dimostrazione del fallimento di una classe politica inadeguata e distante anni luce dalla realtà e dalla società civile che dovrebbe rappresentare, e che a causa delle sue costanti azioni, basate semplicemente sulla improvvisazione e irresponsabilità, ha di fatto generato ed alimenterà, il crescendo atteggiamento di intolleranza verso i più “disperati e vulnerabili”. E’ “troppo facile e superficiale accanirsi” con chi è più disperato di noi, attribuendogli probabilmente colpe che non ha, o addirittura, attribuendo alla loro presenza, la responsabilità delle nostre difficoltà, quasi come se “questi disperati” avessero deciso di fuggire dalla fame, dalle guerre e dalla miseria, mettendo in serio pericolo tra l’altro la propria vita, per venire a villeggiare nel nostro Continente, strappandoci dalle nostre mani “il tozzo di pane restante”. Ed è ancora più osceno l’atteggiamento di alcuni politici, che pensano di basare le proprie “fortune elettorali”, alimentando, con comportamenti davvero poco edificanti, l’odio verso gli immigrati, trascurando di fatto, che lo stato di difficoltà nel quale si trova il nostro paese, è probabilmente il risultato del “lavoro” svolto dalla politica dell’ultimo ventennio, periodo durante il quale, questi personaggi, non facevano visita ai campi Rom o ai centri di accoglienza, ma erano comodamente seduti sulle poltrone del Governo Centrale e dalle quali si stabiliva il futuro del nostro Paese e delle nostre generazioni. A poco serve anche suggerire facili e tardive soluzioni al fenomeno della migrazione al quale stiamo assistendo da anni, immaginando solo oggi, che queste popolazioni dovevano essere sostenute ed aiutate nei loro Paesi di origine, dopo aver però trascorso decenni, ad ignorare la povertà e le guerre che lì lievitavano inesorabilmente, e magari “sfruttando” questi territori per altre finalità. L’ipocrisia potrà anche determinare buoni risultati elettorali, e magari veicolare le proprie responsabilità su chi non ha colpe, ma di certo non facilita la soluzione di un problema gestito dall’Europa e dal nostro Paese, solo in termini emergenziali, ed in nessun caso attraverso una indispensabile programmazione e seria gestione di un fenomeno migratorio senza precedenti. Era così difficile immaginare e prevedere che un piano di accoglienza, degno di tale nome, doveva obbligatoriamente coinvolgere tutti gli Stati Europei e non solo il nostro Paese (e non solo dal punto di vista economico), e che i “disperati cittadini migranti”, dopo essere stati salvati dalle onde del Mediterraneo, avrebbero finito per “abitare” le nostre Città, e che “sistemarli” a centinaia in strutture fatiscenti, oltre a determinare “l’incompatibilità” con qualsiasi contesto sociale, avrebbero attirato l’attenzione di “organizzazioni attente” ad approfittarne per fini speculativi, senza considerare affatto le necessità integrative e la tutela di queste persone del tutto incolpevoli. Sarà anche vero che tra le migliaia di persone giunte nel nostro Paese in particolar modo negli ultimi tre anni, ci siano anche coloro che non fuggono da situazioni di rischio e povertà, ma avremmo avuto tutto il tempo per organizzare un sistema capace di sostenere soltanto coloro che effettivamente sono fuggiti per mettere in salvo la propria vita, e non finire, come sta accadendo, per “mettere sul patibolo” tutti indistintamente. Nei “numeri” di cui si parla oramai ogni giorno, ci sono circa 13.000 tra preadolescenti ed adolescenti giunti in Italia, i più deboli ed indifesi di tutti, per i quali i Trattati Internazionali e le Leggi Italiane, prevedrebbero un “sistema di tutela” particolare, in considerazione alla loro “fragilità psicologica” e all’indispensabile supporto educativo necessario durante la delicatissima fase di vita dell’adolescenza. Sono ragazzini che hanno abbandonato le proprie famiglie, hanno salutato con invidiabile coraggio le proprie madri che forse non rivedranno mai più, hanno sfidato la sorte da “veri eroi”, spinti dalla speranza, che

in qualche altro posto del mondo gli sarebbe stata riservata la possibilità di sognare un futuro.. un futuro migliore, fatto di sogni, sorrisi, speranze, il diritto ad una vita decente e non contraddistinta da violenza, armi, povertà e sottomissioni. Attraverso la nostra irresponsabile ed inqualificabile superficialità, siamo stati in grado di “mettere anche loro al patibolo”, facendoli diventare scudi della nostra incontrollabile rabbia, ed insieme a loro, al patibolo sono finite centinaia di comunità di accoglienza, all’improvviso catalogate come organizzazioni spregiudicate, volte ad accaparrarsi “milioni di euro”, trascurando però, quello che nella realtà dei fatti avviene, e soprattutto il delicato ed importante compito educativo che ad esse è affidato, dimenticando forse, che anche le migliaia di Minorenni che oggi sono “vittima di taluni atteggiamenti”, costituiranno la nostra società futura, andranno a scuola con i nostri figli, frequenteranno i loro stessi contesti aggregativi, condivideranno sport ed altre attività e probabilmente saranno i genitori dei nostri nipoti. Vale anche la pena ricordare ai più superficiali, che in queste “presunte organizzazioni” lavorano migliaia di professionisti laureati e che la loro attività è costantemente controllata dalle Procure dei Minori affinché venga esercitata nel pieno rispetto delle Leggi e delle Normative vigenti e, non per ultimo, che le stesse pagano con puntualità, le tasse e i contributi previsti dalle Leggi tributarie e previdenziali vigenti.

“Giù le mani e le malvagità” da questi ragazzi incolpevoli, che stanno cercando soltanto di trovare un angolo di mondo disposto ad accogliere la loro “sete di vita”, la loro voglia di vedere il futuro lontano da guerre e miseria, e che come tutti i ragazzi della loro età, meriterebbero di essere sostenuti ed adeguatamente formati per poter intraprendere il loro “cammino da adulti”, pronti a costruirsi una famiglia, a vedere sorridere i loro figli e a sorreggere i loro cari che a malincuore hanno lasciato nei loro Paesi di origine. Non hanno colpe loro per aver voluto ricercare ad “ogni costo” altrove, ciò che fino ad oggi la vita gli ha negato, e di sicuro non sono loro la causa dei “nostri mali”, che forse va ricercata nell’atteggiamento di altri, che consapevolmente o inconsapevolmente, stanno determinando questo odio incontrollato. E questo dovrebbe accadere per tutti coloro che vivono situazioni di difficoltà e disagio, Italiani o stranieri che siano, perché in una società civile quale dovrebbe essere quella nella quale pensiamo di vivere, la “guerra e l’odio tra poveri e disperati” non fa altro che determinare ulteriore odio ed ulteriore emergenza sociale.

Allora i motivi reali di “questo indecente spettacolo” di cui siamo tutti spettatori, andrebbero senza dubbio individuati tra i responsabili che hanno autorizzato strutture di accoglienza destinate ad accogliere un numero considerevole di Minorenni, talvolta autorizzando la loro convivenza con gli adulti, contraddicendo ogni qualsivoglia Trattato e/o Legge, tra i quanti non hanno saputo imporre agli altri Stati d’Europa la condivisione di un fenomeno di cui era ovvio non poteva farsi carico solo l’Italia, tra i quanti hanno continuato a gestire il fenomeno come se fosse stato un “momentaneo problema emergenziale”, ignorando del tutto i processi socio politici in atto, tra i quanti hanno lasciato che l’accoglienza ricadesse in particolar modo solo su alcune Regioni e Città d’Italia, e tra i “tanti ingenui”, che non hanno considerato l’elevato rischio sociale al quale si andava incontro, attraverso l’irresponsabile politica dell’accoglienza priva della benché minima decente programmazione.

Oggi vogliamo ancora una volta essere la “voce fuori dal coro”, anche a rischio di essere ulteriormente “messi alla gogna”, ma “mettete giù le mani da questi ragazzi”, loro sono semplicemente come noi, vittime di chi gestisce e programma il nostro vivere, trascurando i problemi reali ed affidandosi soltanto all’improvvisazione.

                                                                                                                                                                                                                                                  Il Presidente C.I.C.A.M.

 

                                                                                                                                                                                     Antonio Di Pinto

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