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Cultura ed Eventi

Parliamo di Costituzione

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Una sontuosa lezione sulla Costituzione è stata tenuta questa mattina dall’On. Fausto Bertinotti presso l’auditorium del Liceo Scientifico gremito, molti erano studenti.

L’intervento ha tracciato aspetti sociali e di democrazia del popolo italiano, mettendo in risalto che la democrazia manca quando c’è troppo divario tra i ricchi e il popolo; allora c’è la possibilità di una rivoluzione popolare.

Altro aspetto trattato ha riguardato il gran lavoro svolto da chi ha scritto la nostra Costituzione, ricordando, tra l’altro le figure dell’ancora ventiseienne Aldo Moro e del quarantacinquenne Palmiro Togliatti.

I padri della Costituzione italiana ebbero l’idea che questa dovesse fondarsi sulla democrazia e non sul liberismo, come poteva essere più logico dal momento che si era reduci da un periodo dittatoriale.

Come ovvio, altro aspetto importante è l’interpretazione dell’art. 1 che recita: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Da notare, secondo Bertinotti, che si è voluto prima evidenziare l’aspetto “fondata sul lavoro” nel senso che ognuno deve svolgere il proprio ruolo per la crescita della Nazione e poi si parla della sovranità che appartiene al popolo.

La Costituzione deve servire da alveo entro la quale si deve muovere l’operato del Parlamento, del Governo e così via. Invece si è voluto violentare la stessa allorquando tra i principi si è inserito il concetto della quadratura di bilancio: è un obbrobrio.

Oggi molti aspetti sono cambiati per il far parte della Comunità Europea: il cittadino italiano e tutti gli organi istituzionale rappresentativi devono adeguarsi ai dettami di questa e con ciò la nostra Costituzionale, anche se considerata una delle migliori del mondo, perde molto della sua efficacia.

I concetti espressi con quella forte connotazione vicina agli operai è stato come un voler rivivere i grandi temi che hanno caratterizzato gli anni settanta ed ottanta e così, pensavo, cosa sarebbe successo stamattina se fosse stata tra noi la figura del Prof. Marchetti.

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