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Il Comune non si costituisce parte civile? Ci pensano i cittadini

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Come preannunciato in un precedente articolo pubblicato da questa testata, ha avuto inizio, lunedì 9 dicembre, il processo, dinanzi al Tribunale di Bari, con la prima udienza preliminare, che vede imputate 19 persone tra ex e attuali consiglieri comunali, sia della vecchia maggioranza ed opposizione, sia della nuova opposizione e maggioranza, comprese due figure apicali sul piano impiegatizio. Un filo trasversale che non ha risparmiato nessuno degli schieramenti in campo: centrosinistra, centrodestra, liste civiche. Nella precedente nota facevamo rilevare la mancata costituzione di parte civile del Comune di Gravina. Non ci spiegavamo la ragione. Dalle prime battute dibattimentali dell’udienza, si è capito che, per un vizio procedurale, al Comune non era stato notificato nessun avviso inerente l’inizio del processo e del procedimento giudiziario avviato nei confronti di persone che avrebbero arrecato un danno economico ed erariale allo stesso ente. Cioè, ufficialmente, la Giunta, non era a conoscenza che il 9 dicembre scorso, vi sarebbe stata la prima udienza preliminare relativa al famoso filone dei gettoni di presenza/assenza, secondo l’accusa, per alcune sedute di commissioni consiliari permanenti, forse, non dovuti e, impropriamente percepiti, visto che alla base dei fatti contestati vi è la mancata redazione di verbali, se non la loro inesistenza, la mancata trasmissione dei verbali con la relativa attestazione delle reali presenze dei consiglieri che ne facevano parte, e, comunque, la successiva liquidazione dei compensi. Pertanto, aveva ritenuto di non dover procedere a nessun atto che potesse, in qualche modo, rivendicare la restituzione di quello che sarebbe stato appurato come maltolto Non solo, ma c’è di più. Quando il giudice dell’udienza, Antonio Diella ha appurato che tra beneficiari di somme, forse, indebitamente percepite c’era, o ci poteva essere, anche, l’attuale primo cittadino, sia pure non attualmente indagato, ha disposto la notifica del procedimento al Comune, nella persona, però, del vicesindaco, essendo il sindaco diventato, nel frattempo, incompatibile e alle prese con un possibile conflitto di interessi. Ma la bomba, se così la possiamo definire, è scoppiata quando, l’avvocato Sergio Casareale, autore della iniziale denuncia, che ha portato a far scattare l’inchiesta e l’indagine, in qualità di cittadino elettore del Comune di Gravina, constatato, tra l’altro, l’assenza dell’ente pubblico gravinese, si è costituito parte civile, con una richiesta megarisarcitoria, pari a due milioni di euro, in caso di accertata responsabilità penale nei confronti di tutti i diciannove, e, forse, più imputati. La richiesta è stata motivata dall’interessato, “per i danni patrimoniali, eventualmente arrecati e per l’immagine del Comune”. Non solo. Ma, anche, la richiesta di far restituire, e versare nelle casse comunali l’ammontare delle somme indebitamente percepite, qualora la colpevolezza dovesse essere appurata. Se questa richiesta di costituzione sarà ammessa, se, nel frattempo il Comune si sarà costituito parte civile, se nel filone d’inchiesta rientrerà Valente, e anche altre persone, a vario titolo, rappresentanti o nell’esercizio di alcuni ruoli istituzionali, attualmente ricoperti, lo sapremo nel corso dell’udienza già fissata per il 6 febbraio 2014, quella che sarà di merito

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