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Cronaca

In Puglia gli anziani smettono di curarsi

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Il sistema sanitario pugliese è sull’orlo del baratro, i numeri parlano chiaro: nel 2021 a fronte di 150.225,333 milioni di euro incassati per le prestazioni in favore di cittadini provenienti da fuori regione, la Puglia ne ha spesi 281.641.197 per i cittadini pugliesi che si sono fatti curare in altre regioni, quasi tutte del Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna in particolare), con un saldo negativo per la Puglia di 131,4 milioni di euro, seguita solo da Lazio, Sicilia, Campania e Calabria.

I cittadini pugliesi, e gli anziani in particolare, hanno perso totalmente fiducia del sistema sanitario regionale, e quindi quei pochi che ancora possono permetterselo, si rivolgono alla sanità privata, tanto che sempre il Rapporto Gimbe, evidenzia come in Puglia il 73,1% delle prestazioni sono affidate alle strutture private, depauperando e svuotando il sistema sanitario pubblico sempre meno universalistico ed egualitario, il diritto alla salute, sancisce l’art.32 della nostra carta costituzionale, è un diritto universale senza distinzioni di sorta, ed invece forti sono le disuguaglianze di accesso alle cure, alla sanità ai servizi sociali.

In questo modo, il futuro resta un grande punto interrogativo, inimmaginabile cosa accadrà per questo infausto progetto dell’Autonomia Differenziata.

Un’Italia a due velocità, spaccata tra un Nord sempre più ricco, efficiente ed opulento ed un Sud sempre più ‘profondo Sud’, dove anche il diritto alla salute verrà negato. I pensionati e le pensionate pugliesi meritano rispetto, ed è per questo che è stato chiesto, dalle OO.SS., un urgente incontro con il presidente della Regione e con l’assessore alla Sanità, per un confronto serio e costruttivo, per il bene e la tutela dei cittadini pugliesi.

Insomma, è imprescindibile ribadire che nessuno deve restare indietro, non si può accettare che ci siano ancora cittadini di seria A e di serie B e che tante persone debbano rinunciare a curarsi. Le persone anziane, i non autosufficienti, e tutti i cittadini pugliesi hanno il diritto di curarsi nella propria regione e non attendere mesi per conoscere l’esito di un esame istologico, o rischiare di morire perché mancano gli specialisti o i medici del pronto soccorso.

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