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IL WWF RICHIAMA LE REGIONE PUGLIA PER LA SCARSA ATTENZIONE SUI BOSCHI

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Il WWF Puglia è preoccupato per il futuro dei boschi esistenti nella regione, lamentando una scarsa attenzione da parte dell’Istituzione.

«Lo scorso 19 luglio la Regione Puglia, invece, ha approvato il disegno di legge n. 107 “LEGGE IN MATERIA DI FORESTE E FILIERE FORESTALI” che sembra andare nella direzione opposta. Al riguardo, il WWF Puglia esprime una serie di perplessità che riguardano l’impostazione stessa del disegno di legge. Il testo, già dal titolo, tradisce l’approccio che si è inteso utilizzare: il termine “filiere” ha un evidente sapore produttivo, mentre il termine “ecosistemi” sarebbe stato più corretto, considerato il valore di bene comune dei boschi e viste anche le nuove funzioni che questi stanno assumendo in un periodo di sconvolgimenti climatici. Ma perché questo disegno di legge rappresenta un pericolo?»

«I boschi di Puglia sono rari e frammentati. Abbiamo la più bassa superficie boscata tra le regioni italiane. Più un bosco è di limitata estensione più ha problemi intrinseci di sopravvivenza, dovuti non solo alle azioni dell’uomo ma anche ai fenomeni naturali (impoverimento genetico, cambiamenti climatici, effetto margine, possibilità di svolgere tutte le funzioni tipiche di un ecosistema boschivo, resilienza agli incendi, elevata biodiversità, ecc.)», sottolineano nella nota. 

«L’approccio alla loro gestione presuppone, quindi, una particolare attenzione. Attenzione del tutto assente nella visione presente del disegno di legge adottato. Anzi, si può affermare che il disegno di legge non ha una visione sul futuro dei boschi, né una strategia, ma si occupa solo della loro gestione ordinaria. Vi è da evidenziare che si tratta di una legge recepita ai sensi di un decreto statale, il d.lgs. n. 34 del 2018 (Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali -TUFF). La Regione Puglia, in base allo stesso decreto, avrebbe dovuto adattare il testo alle specificità forestali del territorio regionale, ma di questo, purtroppo, non ha tenuto conto, elaborando un testo che riprende in maniera pressocché identica il corpus normativo del decreto statale, già, a sua volta, oggetto di numerose critiche da parte del mondo scientifico, in quanto fondato su una visione sostanzialmente produttivistica dell’ecosistema bosco».

«Nel testo viene introdotta, inoltre, una visione di “obbligo di gestione selvicolturale” del bosco: ciò significa che il bosco dovrebbe necessariamente essere gestito e tagliato secondo i dettami di una selvicoltura che non riconosce l’ecosistema bosco, ma solo un insieme di oggetti, quali gli alberi. In questo modo, tuttavia, vengono dimenticati tutti gli altri organismi presenti, importanti per il funzionamento di un ecosistema complesso. Il disegno di legge, poi, prevede la possibilità di trasformazione dei boschi per “la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità”: ebbene, il serio rischio è che, per questa via, con una semplice delibera comunale, possano finire per essere ricomprese anche lottizzazioni ed altre opere private che dovessero essere dichiarate di pubblico interesse», proseguono.

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