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Politica

Le ragioni di una scelta

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Tanti si pongono e mi pongono domande su quella che è stata la mia scelta. Si aspettano una risposta “politica”. Frasi intrise di politichese a cui ci hanno da sempre abituato. Lo stesso linguaggio che ha contribuito alla disillusione di tanti, soprattutto ragazzi, che guardano alla politica quasi con disprezzo. Dire, ma non dire, con il solo scopo di celare intenzioni, obiettivi e finalità che non si possono raccontare. Del resto, solo per fare un esempio, ci sono" Belle storie "che perdono pezzi: ragazzi che hanno perso l’entusiasmo e si sono allontanati.

Purtroppo, ai più interessa salvaguardare la propria personale posizione e, solo in secondo luogo, quella della collettività, e, pertanto, “dà fastidio” qualsiasi scelta "politicamente scorretta" (o asseritamente tale) che può ledere la loro immagine, il loro futuro, la loro poltrona.

La nostra sfida invece sta nel cambiare la politica non farci cambiare dalla politica. Ragione per cui se qualcosa a me non va devo dirla e agire di conseguenza, che ciò piaccia o meno ai miei colleghi. Anche agli stessi che fino ad oggi non avevo mai visto così attivi e interessati al mio ruolo da consigliere.

Comunque una cosa la voglio dire, anche per rasserenare tutti: io il linguaggio della politica non lo so parlare.

Ho imparato (proprio perché figlio d’arte, come ha tenuto a specificare il consigliere Verna) ad essere trasparente e diretto. 

Sono stato eletto, alla mia prima esperienza elettorale, nella coalizione del candidato sindaco Giacinto Lagreca. Sulla base di quel programma ho chiesto il voto ai cittadini che mi hanno eletto.

Con grande entusiasmo e umiltà, seppure tra i banchi della minoranza, sono entrato nelle istituzioni. Grande era ed è la voglia di non deludere i tanti che mi hanno sostenuto. Tuttavia, sin da subito, ho purtroppo compreso che quegli obiettivi, sogni, speranze e attese, sulla base dei quali ho chiesto sostegno durante la campagna elettorale, non avrebbero trovato spazio.

La minoranza, infatti, sin da subito si è mostrata divisa, incapace di fare sintesi (spesso anche di dialogare) e - a tratti - ancorata quasi ossessivamente alle ragioni di un recente passato che non appassiona più nessuno. Ne è prova il fatto che mai nessuno mi abbia coinvolto in un una preconsiliare, una discussione, mai un incontro per discutere quel programma scritto e immaginato da noi giovani, quegli stessi giovani che inseguivano un sogno e che per una manciata di voti non son riusciti nell'impresa.

Allora: non è per fare la comparsa che sono stato eletto. Non per questo “ho messo la faccia”. Non è questa “la parte giusta”. Al contrario, sono stato eletto affinché quanto raccontato in campagna elettorale potesse e possa trovare piena realizzazione. Vorrei che alla fine del mio percorso fosse riconoscibile il risultato di un impegno.

La dedizione e l’impegno verso le questioni collettive ed il disinteresse rispetto alle questioni spicciole l'ho ritrovato nell’azione del sindaco Fedele Lagreca; persona aperta al dialogo, con una missione chiara: ridare un senso all’impegno politico, perseguendo col lavoro e dedizione gli interessi della città tutta.

Ho provato a gestire i toni, ma a quanto pare l'ipocrisia è sovrana. Il gioco a squadre non m'interessa. Per maggiore chiarezza: io non ho chiesto nulla al sindaco e sono certo che saprà ben chiarire l'accaduto con trasparenza e senza fronzoli, per confermare quello che sostengo.

E allora: come immaginiamo il centro storico nei prossimi dieci anni? Cosa vogliamo fare dei contenitori pubblici recuperati e nuovamente abbandonati al loro destino? Che fare di via Genova? Quali le reali problematiche dei giovani? Io qualche idea, a tale proposito la ho e voglio realizzarla. Questi, tra i tanti, i temi che mi stanno più a cuore e rispetto ai quali vorrei dare un mio contributo.

Per concludere, il tempo è galantuomo e come ben dice qualche mio collega: saranno gli elettori a giudicare. Ecco: io non vedo l’ora!

Antonio Leanza. 

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