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Cultura ed Eventi

“L’indifferenza opera potentemente nella storia” e noi sentivamo il bisogno di non rimanere indifferenti

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Questo quanto riferito da Maria Filomena D’Ecclesiis del Sindacato Pensionati CGIL di Gravina In Puglia che domenica 27 u.s. in collaborazione con Angela Picciallo, presidente della locale AUSER (Associazione di Volontariato per l’invecchiamento Attivo) e Rosa Fiore presidente della locale ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) hanno organizzato l’iniziativa dal titolo: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”

L’iniziativa è stata positivamente accolta da una grande partecipazione mai scontata ed è stata salutata dalla accorata presenza dell’Amministrazione Comunale nella figura del sindaco Fedele Lagreca e dell’assessore Vito Stimolo, e di Giuseppe De Leonardis Coordinatore della Camera del Lavoro CGIL di Gravina In Puglia.

Tuttavia i veri protagonisti dell’iniziativa sono stati i giovani:  “ Sentiamo l’urgenza e la necessità – continua la dott.ssa Filomena D’Ecclesiis-  di entrare nelle pagine della Storia rivolgendoci a tutti gli attori attivi della società perché la parola si trasformi in azioni , per questo ci siamo rivolti agli istituti scolastici di ogni ordine e grado al fine di coinvolgere gli adolescenti che incoraggiati e sostenuti dai docenti, potessero esprimersi sulla violenza e le sue varie sfaccettature, su ogni forma di abuso di potere e controllo, sopruso fisico, sessuale, psicologico ed economico.”

Erano presenti, infatti i giovani studenti dell’Istituto comprensivo San Giovanni Bosco Benedetto XII Poggiorsini, seguiti dalla docente sig.ra Raffaella Casalino, del Liceo “G. Tarantino”, seguiti dalla prof. Filomena Caso e dell’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “V. Bachelet”, seguiti dalla prof. Grazia Raguso e prof.ssa Filomena Devincenzo che con disegni poesie letture e performance sul tema hanno meravigliato ed emozionato il pubblico.

“Si è abusato tanto della narrazione sulla violenza di genere e su tutte le forme di discriminazione di genere senza addivenire a un profondo cambiamento culturale. Infatti - ha ricordato la dott.ssa Filomena D’Ecclesiis -  sono passati 23 anni da che l’ONU ha istituito questa giornata per commemorare l’atroce eccidio ai danni delle 3 sorelle dissidenti politiche della Repubblica Dominicana, che nel lontano 1960, per ordine del dittatore, furono condotte in un luogo nascosto stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio. Tanto tempo è passato, tante generazioni si sono succedute e noi siano ancora qui a dedicare panchine rosse, posto occupato e scarpe rosse a chi è stato vittima di violenza. I numeri dicono che la violenza imperversa e fa da padrona in ogni ambito. Parlare di violenza significa anche parlare di violenza in genere sui minori su deboli sui fragili.  È violenza il mobbing il bullismo. È violenza la negazione dei nostri diritti.”

“Dobbiamo fermare la violenza” è il grido accorato espresso con parole e disegni dai giovani studenti a cui fa coro la nostra confusa e smarrita domanda: quanto cammino dovremo fare ancora per sancire la vittoria della civiltà sui soprusi e le disuguaglianze. Quanto sangue innocente dovrà ancora tingere la terra. Quando saluteremo il giorno in cui non avremo bisogno dei colori dell’arcobaleno sulle bandiere per rivendicare la pace nella miriade di territori flagellati dalla guerra.

Non possiamo abbandonare la società alla cultura del possesso dei potenti e dei prepotenti che ci stanno divorando la dignità: abbiamo bisogno di svegliare le coscienze per assumerci la responsabilità dell’impegno.

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