Cultura ed Eventi
APPIA REGINA VIARUM
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08 Mag 2022
- Pubblicato Domenica, 08 Maggio 2022 03:52
- Scritto da LA REDAZIONE
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Ho letto con molto interesse la notizia, riportata dalla redazione di Murgiatime, riguardante l’avvio dei lavori per la determinazione della via Appia, che fa riferimento al progetto: APPIA REGINA VIARUM, voluto dal ministro per i Beni e per le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini e finanziato, nel 2020, con 20 milioni di euro all’interno del piano cultura e turismo varato nel 2016.
Ho appena concluso uno studio sull’argomento, che intendo pubblicare a breve, frutto di anni di studi e ricerche effettuati su testi e testimonianze certificate, non
ritenendomi, certamente, un archeologo.
Ho potuto appurare come, da tempi antichi, studiosi e ricercatori si siano affannati nella definizione di una direttiva, la più plausibile possibile, che potesse avvicinarsi a quella disegnata dai romani.
L’unico dato certo emerso, finora, è che, sul tratto Venosa-Gravina-Taranto, i tre centri hanno ricoperto un ruolo determinante e fungono da bussola per la definizione del tracciato.
Determinare il tratto che conduceva a Gravina è di notevole importanza, non soltanto, storica ma anche per la definizione dei contributi da destinare alle città
intersecate dalla via.
Il prof. G. Lugli è stato il primo ricercatore, dell’età contemporanea, a cimentarsi
nell’impresa e in grado di coniugare le fonti storiche e letterarie con le indagini sul
campo; a stretto giro sono seguite le ricerche avviate dal prof. P. Vinson e quelle del
prof. A.M. Small con il gruppo di studio dell’Università di Edimburgo.
Small, rispetto agli altri, ha inteso focalizzare la sua attenzione sul vicus Vagnari, la cui importanza, secondo lui, derivi proprio dall’essere allocato a ridosso della
via Appia, il che, ovviamente, ha dato vita alla ipotesi individuata come variante sud, che scorre lungo il segmento di una naturale via di comunicazione posta al confine tra Puglia e Basilicata e che attraversa la Fossa Bradanica.
L’ipotesi Small prevede che, dopo Venosa, superato l’attuale centro di Palazzo
S. Gervasio, l’Appia, per giungere a Gravina, avrebbe seguito la destra idrografica del Torrente Basentello nelle cui vicinanze, sorgeva, appunto, la mansio di Silvium,
posta ai piedi dell’altura di Petramagna.
Prima di questa ipotesi, quella tracciata dagli studiosi antichi, basata anche sui vari Itineraria, alcuni risalenti al III secolo d. C. e giunti fino a noi, prevedeva la cosiddetta variante Nord che, dopo Venosa, toccava Palazzo san Gervasio, Spinazzola, Poggiorsini per giungere a Gravina. È la cosiddetta direttrice che poggia sull’asse Melfi Castellaneta.
Lugli, Vinson, Small ed altri ritengono più veritiera la direttrice a sud di Petramagna, perché prendono a testimonianza i villaggi romani di Vagnari, san Felice e santo Stefano. A questa ipotesi si è aggregato anche Paolo Rumiz, il vero ispiratore del progetto Mibact, il quale però, ad onore del vero, ha dichiarato più volte, che il suo primario interesse sia il recupero della nobile via.
Non so perché la Sovrintendenza voglia effettuare scavi nella parte sud quando per le distanze individuate nella tabula Peutingeriana e per i reperti individuati dai vari Giustiniani, Romanelli e Pratilli (un sacerdote non gravinese che, per lungo tempo ha seguito papa Benedetto XIII nei suoi viaggi e quindi ha avuto modo di conoscere il territorio gravinese) sembri più veritiera la variante nord.
Se i sostenitori della variante bradanica fanno riferimento ai citati villaggi romani non credo si possa attribuire minore importanza ai villaggi scoperti nella parte nord come il Garagnone e Jazzo Fornasiello, anch’essi sopravvissuti fino al V secolo d. C. Certamente siamo di fronte ad una bella avventura che affascina, incuriosisce e dà lustro alla nostra città.
Sarebbe interessante conoscere il parere a riguardo di alcuni storici locali che hanno affrontato l’argomento: i proff. Raguso, D’Agostino, Laiso, Peppino Schinco; il nostro Calderoni Martini, ad esempio, era propenso verso la variante Nord. Sarebbe un bel parlare.
Alcuni momenti spero di poterli fare rivivere nella presentazione del mio lavoro che vedrà il coinvolgimento di alcuni studiosi e dei comuni ricadenti sul tracciato, nonché interessati dal progetto del ministero.
MICHELE LADDAGA