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SENTIAMOCI TUTTI RESPONSABILIZZATI PER DIRE NO AL DEPOSITO UNICO NAZIONALE DELLE SCORIE NUCLEARI SUL NOSTRO TERRITORIO.

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Manca poco al 26 ottobre data in cui alla Puglia e alla Basilicata verrà data l’opportunità di esprimere le proprie determinazioni in merito all’individuazione dei siti quali deposito unico delle scorie nucleari, tanto potrà essere possibile relazionando al Seminario Nazionale che si sta svolgendo.

A Gravina si costituì il Comitato di Consultazione popolare con l’intento di sensibilizzare la comunità a sentirsi responsabilizzata e ad essere attiva in modo da collaborare con le Istituzioni pubbliche.

In tal senso si sono tenuti diversi incontri, l’ultimo ieri sera presso le Officine Culturali al quale hanno partecipato singoli cittadini e associazioni varie tra cui: CGIL-Gravina, Gravinanaturambiente, Bosco DifesaGrande, CABA, Coldiretti, Confartigianato e Punto GG.

Come già a conoscenza agli interventi al Seminario di cui sopra si sono registrati: il Comune di Gravina, la Coldiretti e il Comitato di Consultazione; ognuna deve trattare una branca della complessa tematica e così si è definito ieri che il dott. Fiore, rappresenta il Comune, parlerà del processo di smottamento e di erosione in atto sulla zona oltre alla presenza di falde acquifere superficiali tant’è che non è difficile trovare dei canali d’acqua.

Il Comitato di Consultazione deve presentare l’ampia zona archeologica esistente a “Belmonte” mentre la Coldiretti affronterà la tematica dei prodotti agroalimentari stante, su quella zona, distese di vigneto con la produzione del vino D.O.C. e la presenza della cantina Ventricelli.

Sempre ieri è stato deciso che saranno organizzati eventi da tenersi durante la seconda quindicina di novembre, in concomitanza con le risultanze che la Sogin deve fare a conclusione del Seminario Nazionale.

E’ necessario che ognuno si senta responsabile e parte attiva perché il pericolo non è scampato, l’eventuale scelta del nostro territorio significherebbe l’annullamento dei settori economici trainanti: l’agricoltura e il turismo.   

 

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