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IL BOSCO TORNA A BRUCIARE

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Dopo aver appreso del triste nuovo incendio che sta in queste ore interessando il Bosco Difesa Grande, gli attivisti del M5S gravinese con la portavoce Rosa Cataldi, attaccano l'amministrazione.
A ridosso del terribile incendio dell’estate 2017 tutta la cittadinanza si indignò. - ricordano i grillini.

- Si attivarono liberi cittadini, si costituirono comitati e associazioni, ci furono incontri con le istituzioni locali, provinciali e regionali. Una moltitudine di idee e proposte per la salvaguardia del Bosco Difesa Grande pervenne dalla cittadinanza ad ogni tavolo istituzionale spinta da un’onda di sincera emozione ed interesse per la salvaguardia di un bene naturalistico di inestimabile valore.

Al netto di interventi di ordinaria manutenzione, la risposta delle istituzioni locali è sempre stata solo una: Il faraonico progetto per l’utilizzo delle acque reflue come sistema antincendio per il bosco.

L’incontro con la cittadinanza dell’Ottobre 2019 alle Officine Culturali sarebbe dovuto essere una raccolta di proposte da parte di esperti e addetti ai lavori, ma si chiuse con l'allora assessore regionale Giannini che sentenziava che senza il faraonico progetto per l'utilizzo delle acque reflue avrebbe dirottato altrove i fondi regionali stanziati.

O questo o niente, quindi.

Si tratta, dunque, di un progetto maestoso e costoso, di cui ad oggi, a 4 anni dall’incendio del 2017, non sappiamo quando sarà pronto ne se sia mai stata posata una prima pietra. - incalzano i pentastellati

- Pertanto era necessario intraprendere una serie di ulteriori iniziative preventive. Era necessario creare in tempi brevi un sistema di sorveglianza efficace. Era necessario istituire un presidio dei Vigili del Fuoco a Gravina. Era necessario impiegare tutte le forze disponibili per la prevenzione, come, più volte proposto da noi, l’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza. Era necessario controllare le attività agricole adiacenti al bosco. Era necessario ridare vita alla rete di dighe ed invasi idrici presenti attorno al bosco fin dagli anni ’70 e lasciati all’abbandono. Era necessario potenziare il monitoraggio in un periodo in cui le temperature sfiorano i 40° e non piove da mesi.

Constatiamo, invece, che dopo 4 anni abbiamo un Bosco ancor più abbandonato a se stesso. Abbiamo perso il centro visite, non abbiamo ancora Marcuccio, non abbiamo alcun progetto di prevenzione degli incendi, non abbiamo alcun progetto di valorizzazione turistica.

L’ultima azione nota sul Bosco Difesa Grande da parte dell’amministrazione è un mero cambio di delega da un assessore all’altro, testimonianza di un bene privo di progettualità e utilizzato solo come poltrona di scambio nelle ormai tristemente note dinamiche politiche di questa amministrazione. - concludono i pentastellati - Oggi il Bosco Difesa Grande brucia ancora come 4 anni fa. Ancora una volta pare a causa di un incendio doloso. Ancora una volta l'incendio pare sia partito da C.da Zingariello. La triste foto del 2017 di un assessore che tentava di spegnere da solo un incendio a mani nude oggi potrebbe essere riproposta tale e quale… cambiando solo l’assessore

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