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Cultura ed Eventi

PERCHÉ UN’ASSOCIAZIONE CULTURALE SI IMPEGNA NELLA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE?

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Sono anni  che la SEZIONEAUREA con l’evento “La Rosa Nera: il lato oscuro dell’amore” si occupa  di attività di sensibilizzazione sul tema.

Attività - una mostra fotografica, un  progetto editoriale, un evento ‘osmotico’-  in collaborazione con le scuole, con enti, con altre associazioni, con movimenti spontanei, con le istituzioni, con i centri di ascolto perché la violenza di genere è soprattutto un problema culturale.

Questa piaga porta con sé retaggi, sistemi in cui entrano in gioco ruoli di genere costruiti culturalmente: è questo ciò che distingue la violenza di genere dalla violenza.

Gli abusi sono il punto di arrivo di mentalità che costruiscono i generi attraverso stereotipi.

E gli stereotipi cambiano così come cambia la cultura  nel tempo e nello spazio, quella cultura che crea la coscienza civile, il senso di società e, a volte, fenomeni aberranti a cui la linguistica ha ritenuto necessario dare  un nome esemplificativo: Femminicidio ( “femmina” è relativa all’animale)  e la scienza giuridica corrispondenti  e specifiche fattispecie di reato.

E questi generi di abusi diventano una responsabilità collettiva, dunque.

Sì!, quando minimizziamo una delle più gravi forme di violazione dei diritti umani,  o releghiamo alla sfera della devianza gli individui- carnefici, a problemi psicologici, al “ troppo amore” -quasi a voler giustificare certi casi particolarmente efferati- e quando colpevolizziamo le vittime.

E l’esigenza di contrastarli diventa ancora una volta emergenziale rendendo, purtroppo, necessario una giornata che ci porti a ricordare, anzi, a non dimenticare  le tante vittime….e i principio violati.

Circa 100 le vittime di femminicidio nel 2020, un anno che porta con sé il dramma della pandemia con tutti i suoi fatti di cronaca da raccontare  e, tra questi, la triste notizia che il lockdown triplica i dati delle violenze, già drammatici e crea un’altra “pandemia sotterranea”.

“(..)un imbarazzante dilagare di stereotipi comuni” , “di concetti gretti, lesivi e pericolosi che offendono le donne” nella sede della costruzione della cultura per eccellenza : l’università. Così chiosa (giustamente!), pochi giorni fa, il rettore dell’università di Bari presentando le sue scuse personali, e come rappresentante del mondo accademico, alla studentessa oggetto di offese da parte di un cultore della materia.

“(…) cosa si aspettava ( la ragazza stuprata da Genovese )- mi domando- entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite, cosa pensava di andare a fare, a recitare il rosario?” scrive il giornalista Feltri, in un commento al sapore di provocazione supponente e sessista,  a proposito dello scandalo che ha coinvolto l’imprenditore in questi giorni.

“Ha sbagliato lei ad inviarlo, quelle cose non si fanno!” e in un attimo si invertono i ruoli tra vittima e carnefice e la maestra d’asilo di Torino,  dopo essere stata riconosciuta in un video intimo, diffuso ‘goliardicamente’ dal suo ex fidanzato (si chiama revenge porn ed è reato!!), si ritrova violata psicologicamente e senza lavoro.

Se questo è il linguaggio, l’atteggiamento, il pregiudizio che invade, solo negli ultimi giorni, gli ambienti che veicolano cultura ( dalle università, alla carta stampata, ai luoghi di lavoro , al web….) Sì!, è un problema decisamente culturale! E che ci deve far fare i conti con la cultura dell’equità, con il rispetto, con il rispetto per le differenze di genere, con l’esigenza impellente di contrasto necessario ad ogni forma di discriminazione.

Abbiamo ancora tanto da imparare, denunciando e condividendo tutte le forme di violenza ( e di stereotipi) da cui è ancora affetta la nostra società.

Abbiamo ancora bisogno di un 25 novembre ogni anno -purtroppo!-

Una nuova promessa per le donne della nostra città:

La nostra associazione combatte, soprattutto, quel silenzio che da tempo nasconde le vittime anche a se stesse  e, convinti non sia facile per tutte parlarne,  si propone anche quest’anno, simbolicamente, di mobilitarsi per accogliere, in assoluto anonimato,  le esperienze delle donne proponendo, nel prossimo futuro,  una cassetta postale cittadina apposita che amplifichi, ancora una volta, la loro voce. 

La presidente e la SEZIONEAUREA tutta.

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