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UNA FEDE CON I FATTI

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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 21,28-32)

 

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». 

 

Commento:

La Parola di Dio in questa Domenica ci parla ancora della vigna. S. Paolo ci esorta a potare quanto di indegno esiste nella nostra "vigna" personale e familiare e a tenere i grappoli, con acini di quanto “è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode” (Fil.4,8). Invece facilmente “ogni cristiano porta sulle labbra, con la possibilità di darlo un giorno, il bacio di Giuda” (G. Bernanos). È l’ingratitudine, denunciata dal Signore nel Vangelo odierno, sempre accovacciata sulla soglia dei nostri cuori, rischiando di dire sì con le labbra e no nel cuore! Siamo noi vigna fruttuosa o delusione divina? Cristo, nella pienezza dei tempi, si presenta come Nuovo Ceppo, i cui frutti sono predetti dal profeta Isaia (giustizia-santità, rettitudine, amore e passione per Dio). Le continue attenzioni del Padre-Vignaiolo quanta risposta trovano in noi? Con il Battesimo siamo innestati in Cristo e nella Chiesa; con i Sacramenti veniamo mondati e nutriti continuamente; con la Parola di Dio riceviamo luce e calore per crescere come fruttuosi virgulti di santità, verso l’Alto; siamo continuamente difesi da incursioni maligne con la catechesi e la formazione: e l’indifferenza oggi risulta essere la nostra selvatica risposta, che produce tristezza di azioni ambigue, solitudine, irrequietezza e agitazione scomposta. In una stupenda canzone del cantautore Amedeo Minghi (“Un uomo venuto da lontano”, per Giovanni Paolo 2°), egli conclude le strofe con un «Caino sono pure io!». E lo stesso Giovanni Papini, nella sua “Storia di Cristo”, così annuisce: «Milioni di Giuda ti hanno baciato dopo averti venduto, e non per 30 denari…Milioni di farisei ti hanno sentenziato malfattore e…milioni di volte ti hanno inchiodato col pensiero e la volontà!». Possiamo divenire pietre vive di comunione fraterna e instancabili "testimoni" di Dio, come S. Michele Arcangelo, che in questi giorni completa con la nostra il giro delle Parrocchie gravinesi. Don Sante

 

 

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