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QUALI PROSPETTIVE PER IL NOSTRO BOSCO? A CHE PUNTO SIAMO?

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Abbiamo assistito in questi giorni all’ennesima polemica riguardante il nostro bosco: da un lato cittadini, associazioni, gente che frequenta il polmone verde gravinese che ne sottolinea l’incuria e l’abbandono e dall’altro l’amministrazione che ne rivendica, a suo dire, la tutela.

 

Chiariamo subito che anche in questo caso ci attendiamo delle risposte politiche da parte dell’intera amministrazione e da parte dei componenti della giunta. Recentemente abbiamo apprezzato molto l’interessamento dell’assessore Aldo Dibattista, l’unico a prendere posizione sul forno crematorio.

 

Ciò che chiediamo è semplice. Noi di Articolo Uno Gravina vorremmo porre una domanda fondamentale: cosa si vuol fare di questo bosco? Quale futuro dare a questa risorsa che, sino ad oggi, è stata assolutamente sottovalutata?

 

Perché tra gli argomenti che riguardano il destino del nostro bosco Difesa Grande c’è anche il progetto di recupero delle acque reflue, un progetto velleitario, sperimentale e guarda caso fortemente caldeggiato dall’attuale amministrazione.

 

Noi di Articolo Uno Gravina sollecitammo parecchi mesi fa, a gran voce, un incontro pubblico su questo progetto delle acque reflue. Di quell’ultimo (e unico!) incontro pubblico svolto alle Officine Culturali tra l’amministrazione Valente e la cittadinanza non abbiamo avuto più notizie e non sappiamo se ha sortito proposte di compromesso.

 

Nulla si è più saputo!

 

Sono state prese in considerazione i suggerimenti scaturiti in quell’incontro da parte di cittadini, associazioni e forze politiche?

 

Ad oggi sappiamo solo di un affidamento per la progettazione definitiva dato a un gruppo di progettisti non senza polemiche e conseguenti ricorsi legali.
Abbiamo più volte fatto rilevare come quel progetto, carente dei necessari studi per valutare gli effetti diretti ed indiretti sull’intero Sic Bosco Difesa Grande, non poteva essere risolutivo rispetto all’annoso problema degli incendi boschivi.

 

Un progetto che "sventrerà" e devasterà molti degli habitat prioritari che sono tutti protetti da direttive comunitarie.

 

Un progetto che non ha esempi simili in altre realtà boschive.

 

Tra l’altro un esperimento costoso per la sua manutenzione (parliamo di chilometri di tubazioni all’interno del bosco) che sarà tutta a carico della collettività e delle casse comunali, non prevista nel finanziamento regionale.
Una vera forzatura che non ci restituisce nessuna reale certezza sulla sua riuscita.

 

Noi chiediamo azioni di buon senso per il nostro bosco, azioni che dovrebbero favorire progetti virtuosi ed eco-sostenibili in grado di far fronte alla richiesta di miglioramento del polmone verde gravinese, cosa molto sentita da parte dei tanti cittadini e da parte delle più sensibili associazioni ambientaliste locali.

 

Molte sono state le promesse disattese da questa Amministrazione relative al rilancio ambientale del bosco. Lo stesso programma elettorale dell’allora candidato sindaco Alesio Valente non è stato realizzato nei punti di rilancio del bosco, con le conseguenze che tutti sappiamo.

 

Servono politiche coraggiose capaci di restituire quel ruolo autentico ad uno dei boschi più importanti della Puglia, apprezzato dai tanti turisti che lo percorrono.

 

Chiediamo un’attenzione maggiore e una cura che possa iniziare da un piano di assestamento concreto e fattibile e dalla reintroduzione del pascolo in bosco.
In altre parole ridare dignità ad un pezzo importante del nostro patrimonio!

 

ARTICOLO UNO GRAVINA.

 

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