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La Fiera che non ci sarà

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E’ un brutto momento quello che stiamo vivendo. Ancor di più questa giornata. Oggi, e fino a domenica prossima 19 aprile, avrebbero dovuto essere aperti i cancelli della 726^ edizione della Fiera San Giorgio. Invece, niente. Come disse quel tale: “Cumanne n’altune”. Comanda un altro. Comanda lui.  Il signor coronavirus, con le sue leggi, le sue imposizioni, i suoi divieti cautelativi, preventivi, le sue regolamentazioni di ordine vitale ed esistenziale. Il morbo letale e subdolo è riuscito a spegnere il cuore pulsante della nostra storia e delle nostre tradizioni. A smorzare, rallentare e bloccare, l’inventiva, la vivacità commerciale, agricola, imprenditoriale ed economica della nostra terra, del nostro territorio. Non sappiamo chi incolpare se ci troviamo ad affrontare questa pericolosa emergenza. Non sappiamo contro chi scagliarci per averci dato questa inaspettata e negativa sorpresa. Sappiamo solo di dover accettare e resistere, nell’interesse generale, alle nostre privazioni.  Di fare a meno di assaporare l’annuale gusto dell’appuntamento cittadino, regionale, extraregionale fatto di scambi commerciali, di investimenti, di incontri, magari goderecci, all’ombra di qualche bicchiere di verdeca, di appuntamenti consolidati, di conversazioni piacevoli, di vera ed autentica socializzazione. Di non poterci tuffare in un mondo che è stato passato, presente ed anche futuro. In  una campionaria che, se pur decaduta in questi anni di mortificante gestione, per stessa incomprensibile, tardiva e strana ammissione del primo cittadino: “le ultime due edizioni non sono state all'altezza delle precedenti”, (a proposito, aprendo una parentesi pertinente, vogliamo ricordare a chi legge, a chi sa leggere, e a chi dice di contare in questa città, rappresentandola al meglio, che siamo sempre e ancora in attesa, e di sollecitare, quindi, chi di dovere, di conoscere e far conoscere all’intera cittadinanza, i rendiconti delle precedenti edizioni dell’evento fieristico), quest’anno, purtroppo, dovrà fare a meno di esternare tutta la sua gratitudine verso il re Carlo II d’Angiò che ce ne fece dono e privilegio e verso il conte Giovanni di Montfort, padrone di Gravina. Purtroppo, è andata così. Purtroppo, andrà così, anche se solo verbalmente, per bocca del sindaco, o tramite un comunicato stampa fatto diramare da lui stesso, solo il giorno prima dell’inaugurazione, è giunta la risposta negativa al quesito posto alcuni giorni fa, da queste stesse colonne, sul destino della edizione 2020 della nostra campionaria. Quindi, c’è la conferma a quanto da noi sollecitato, pur non essendoci stato, finora, nessun atto deliberativo ufficiale prodotto in tal senso da parte dell’Esecutivo comunale o se sia stato concordato almeno con la commissione consiliare che si occipa della fiera. Quindi, concludendo, la 726 edizione della nostra Fiera, vanto ed orgoglio della nostra città, sarà archiviata, passando alla storia, senza aver fatto storia, come non celebrata.

Con buona pace di chi, con un senso di liberazione, ha dato appuntamento all’anno prossimo. A Dio piacendo e virus permettendo.

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