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ZONA P.I.P., OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO IMPRENDITORIALE DA RECUPERARE

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Il 20 novembre 2019, la nuova ASSOciazione Territoriale IMprenditori – Confartigianato ha incontrato presso la sede associativa i tecnici che 40 anni fa progettarono la zona P.I.P. S.Giuseppe Artigiano di Gravina in Puglia.

E’ stato un interessante confronto tra persone di due generazioni diverse. La prima rappresentata dall’Ing. Giovanni Silvestri che ha elogiato la lungimiranza di qualche politico locale e intraprendenza dei dirigenti dell’associazione Confartigianato di quel tempo.

Oggi Gravina in Puglia e Poggiorsini si ritrovano due zona PIP ordinate e ben servite grazie ai primi pochi imprenditori che hanno avuto il coraggio di lasciare i propri comodi locali sotto casa per spostarsi in una zona distante dalla propria abitazione che in seguito gli ha premiati dato loro visibilità e sviluppo ma lo stesso sviluppo ha dato anche ai comune che ospitano queste realtà.

Sono stati ricordati i momenti felici in cui venivano approvati da enti sovracomunali i corposi progetti che finanziavano tutte le opere di urbanizzazione e sono stati giustificati gli standard urbanistici considerati in quel momento.

La nuova generazione di imprenditori capeggiata dal Presidente Michele Capone ha evidenziato che :

- Oggi le strade risultano non sufficientemente larghe perché con l’attuale densità di presenza di auto e mezzi di trasporto probabilmente diventeranno a senso unico;

- E’ stato un errore togliere il diretto di prelazione del confinate sull’acquisizione di suoli resi disponibili per diversi motivi, tra cui quello della speculazione fatta da chi non e’ piu stato interessato a portare avanti gli investimenti produttivi previsti;

- E’ stato sbagliato far pagare gli oneri di urbanizzazione alle imprese che si insediavano quando quelle opere erano state già finanziate con fondi pubblici e gestiti dal COnsorzio per lo SViluppo dell’Artigianato e della Piccola Impresa.

Quest’ultima opportunità poteva attrarre moltissime altre imprese su questo territorio e probabilmente oggi avremmo avuto una zona produttiva molto più densa di imprese insediate e anche più grande dell’attuale. Sicuramente la città ne avrebbe beneficiato sia sotto l’aspetto economico, che occupazionale che demografico.

Queste osservazioni a posteriori sono il segno di una cattiva attenzione che ha dato il mondo politico locale alle imprese e che di fatto non ha saputo capitalizzare una esperienza di successo quale e’ stato il finanziamento per la realizzazione delle opere primarie in zona PIP, ma anche il segno che lo stesso mondo imprenditoriale si e’ cullato su se stesso senza guardare in prospettiva ad una espansione delle aree destinate ad attività produttive magari chiedendo di investire i soldi versati per il ritiro delle concessioni edilizie su una eventuale zona di espansione della stessa zona PIP. In sintesi Gravina poteva avere una sua ZES (Zona Economica Speciale) comunale già 30 anni fa ed e’ stata miope spendendo quei soldi degli Imprenditori su generiche voci del bilancio comunale, soldi che potevano essere non dovuti tutti o in parte, dagli stessi imprenditori e quindi motivo di maggiori investimenti produttivi. Oggi abbiamo comuni limitrofi che offrono al mondo produttivo locale centinaia di ettari destinati ad investimenti produttivi e in gran parte rientranti nelle ZES, noi a Gravina solo qualche decina di ettari.

Questa associazione attiva da 15 anni, ma spesso non ascoltata, sta tentando di ridare maggiore visibilità ai problemi del mondo produttivo e sta cercando di recuperare quanto non fatto perchè si possa migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini tutti. Per raggiungere questo obiettivo e’ indispensabile ritornare a guardare allo sviluppo del tessuto imprenditoriale e che oggi chiede in primis di risolvere un problema che coinvolge 50% degli imprenditori che hanno avuto assegnati in zona PIP i suoli con diritto di superficie e non con diritto di proprietà come per il restante 50%, pur avendo pagato il suolo alle stesse condizioni.

Questo ora si e’ rilevato un grande problema per l’imprenditore che deve potenziare i suoi investimenti aziendali e non ha la possibilità di poter ipotecare il bene costruito con i propri soldi perchè la banca non lo ritiene nelle sue complete disponibilità.

Questa associazione già il 28 ottobre 2009 chiedeva all’ora Amministrazione di risolvere questo problema. Chiaramente sono seguite molte altre sollecitazioni a tutte le amministrazioni che si sono susseguite, ma nessuno ha pensato di risolvere questo annoso problema che frena lo sviluppo di gran parte della comunità.

Lo staff associativo e’ impegnato in questa direzione e invita gli imprenditori interessati a contattare gli uffici associativi per avere maggiori dettagli in merito.

                                       Ufficio stampa

 

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