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Cronaca

RISPETTARE L’AMBIENTE

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Presentate come un’alternativa ecologica, creano più problemi di quelli che risolvono: le stoviglie monouso compostabili - piattini, bicchieri e posate che da qualche tempo riempiono gli scaffali dei supermercati - stanno provocando parecchi guai negli impianti di compostaggio.

Le bioplastiche negli impianti di compostaggio vengono scartate oppure finiscono in frammenti che contaminano il compost finale, che a quel punto non potrà essere utilizzato in agricoltura ma dovrà essere trattato come un rifiuto. Il problema è che le condizioni per la degradabilità delle bioplastiche non sono le stesse che si verificano nei processi di compostaggio e questo crea un rischio di ritrovarsi queste bioplastiche negli scarti o, peggio ancora, i frammenti di plastiche rigide vanno a vanificare quel percorso virtuoso di recupero del rifiuto organico. Quindi le stoviglie usa e getta compostabili non diventano compost, ma anzi contaminano il compost rendendolo inservibile; non possono essere riciclate - a differenza delle plastiche fossili - perché ancora non sono stati messi a punto dei processi adatti; diventano, insomma, rifiuti indifferenziati e come tali vanno anche smaltiti.

Il vero comportamento ecologico, alla fine, resta quello di non comprare l’usa e getta e di usare stoviglie lavabili.

Il Consiglio dei ministri dell’Unione Europea ha approvato la direttiva che mette al bando la plastica usa e getta. Si è, dunque, concluso l’iter legislativo europeo iniziato nel maggio del 2018 e che prevede, a partire dal 2021, il divieto di utilizzo di determinati prodotti in plastica monouso per i quali esistono alternative valide.

Per chi si chiede come siano sostituibili le plastiche monouso in cucina, le alternative sono molteplici. Ci sono piatti e posate di cartache possono essere riciclati e anche nel caso finissero nell’ambiente sarebbero biodegradabili. Anche se poi si apre la questione della quantità di alberi che dovrebbero essere utilizzati per realizzare questi prodotti in modo massivo - tanto da sostituire la controparte di plastica - con conseguenti problemi di deforestazione. Chiaramente esistono sempre i piatti in vetro o alluminio da utilizzare più volte, ma le soluzioni più interessanti sono costituite da quegli articoli compostabili che hanno anche la capacità di biodegradarsi molto rapidamente nell’ambiente. Si parla ad esempio di stoviglie in bioplastica realizzate con materiale rinnovabile di origine vegetale. O ancora prodotti creati partendo dalla cosiddetta polpa di cellulosa, che però ha gli stessi problemi delle stoviglie di carta citate prima.

Insomma non c’è bisogno di aspettare il 2021 per cominciare a rispettare l’ambiente, intervenire nelle scuole subito perchè lì si forma la futura generazione.

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