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Cronaca

PARCO BOTROMAGNO: OLTRE IL DANNO LA BEFFA

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L’ultimo dei punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale celebratosi l’8 e il 9 luglio riguardava la controversia tra i sigg. Patimo e il Comune; come noto tale punto, unitamente a tanti altri, non fu discusso.

Una storia che risale al lontano 1991 allorquando, nell’ambito della realizzazione del Parco Archeologico di Botromagno, il Comune di Gravina conferiva mandato al Consorzio Sidin l’incarico di acquisire le aree oggetto degli interventi ivi compreso il c.d. Parco Bruno.

Nel 1996 veniva firmata una scrittura privata tra il legale rappresentante del Consorzio Sidin e i sigg. Patimo Nicola e Alberto; quest’ultimo in quanto padre di entrambi i comproprietari, agiva per conto di Luigi. La scrittura impegnava i Patimo a trasferire la proprietà previo versamento del prezzo pattuito pari a 600.000.000 di lire; somma che fu saldata con l’ultima rata del 23 gennaio 1997.

Nonostante il pagamento della somma pattuita non si procedeva a stipulare l’atto di vendita per cui nel novembre 2003 il Consorzio Sidin adiva l’autorità giudiziaria perchè emettesse la sentenza di trasferimento; la costituzione in giudizio di Patimo Luigi mise in dubbio parte della scrittura privata in quanto dichiarava di non aver mai ratificato l’operato del padre Alberto.

Per quanto sopra, la sentenza del Tribunale non riconosceva al Comune il diritto ad acquisire le aree interessate e quindi questi ricorse all’appello presso la Corte di Appello di Bari.

In virtù di ciò il difensore dei Patimo comunicava nel luglio 2018 all’avv. Filippo Mascellaro - difensore del Comune - la volontà dei suoi assistiti di addivenire ad un accordo previo versamento, da parte del Comune, di ulteriori 250.000 euro in favore dei comproprietari al fine di procedere all’atto di trasferimento, detta somma che dopo ulteriori trattative sarebbe scesa a 240.000 euro comprensive delle spese legali.

A giudizio dell’avv. Mascellaro l’accettazione di tale proposta sarebbe da accogliere in quanto “male minore in una situazione giuridica assai complessa” e per cui è necessaria la delibera del Consiglio Comunale.

Una domanda sorge spontanea: perché i danni prodotti da chi ha agito in modo superficiale dovranno essere a carico della comunità?

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