Cultura ed Eventi

SANTISSIMA TRINITÁ... alla scuola di una Famiglia speciale

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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Commento:

Ricordo quand’ero bambino: i miei genitori, per immettere con semplicità la presenza di Dio in me, prendevano il mio piccolo dito indice e, sollevandolo e agitandolo in diverse direzioni, mi dicevano: «Dio è in Cielo, in terra e dappertutto!». Col passar degli anni, ho compreso che « in Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At.17,28), come piccoli pesci, immersi nelle acque salutari e vivificanti battesimali, nella sequela del “Grande Pesce”, Cristo Gesù. Come lo Spirito Santo è il Grande dimenticato, la SS.ma Trinità è la “Casa Abbandonata” da molti cristiani, che preferiscono case umane da abbellire e da allestire, come fossero eterne, diméntichi della Méta Finale, che Gesù è andata a prepararci (cf.Gv.14,1-4). Un teologo, che ultimamente ha spiegato in modo mirabile la “Parabola del Padre Misericordioso” (Lc.15) alla 31ª  Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Mons. Bruno Forte, afferma e segnala l’« esilio della Trinità» dal nostro agire cristiano. Eppure è la nostra Casa di provenienza e la Casa di arrivo. In quella Famiglia Speciale noi abbiamo ricevuto la nostra “immagine e somiglianza” di Dio; lì, dopo il distacco originale, è stato messo in noi il seme della nostalgia di ritorno alla “ Patria trinitaria”.  È un Mistero immenso quello della Trinità, che noi ricordiamo come il 1° Mistero principale della nostra fede (“Unità e Trinità di Dio). Dio, con noi, si comporta come una Mamma con i suoi bimbi: si è chinato su ciascuno di noi (l’Incarnazione), e cerca continuamente si sollevarci al Suo livello, per una trasformazione e trasfigurazione definitiva. È meraviglioso, a questo riguardo, il brano di Osea: «.... ( mio figlio Israele) più lo chiamavo, più si allontanava da me.... Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare (11,1-4). Della Casa Eterna noi conosciamo la Via vera e vitale (cf. Gv,14,6). Si racconta che un giorno un turista fece visita ad un famoso maestro. Rimase stupìto nel vedere che la casa del maestro consisteva soltanto in una stanza piena di libri. Gli unici mobili erano un tavolo ed una panca. «Maestro, dove sono i tuoi mobili”», chiese il turista. «E i tuoi dove sono?», replicò il maestro. «I miei? Ma io sono solo di passaggio», replicò il turista. «Anch’io», disse il maestro. Anche noi, carissimi amici, siamo in carovana, col bagaglio leggero e snello, nella convinzione che «l’oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l’eterno» (A. P. Gouthey). Sapendo che nella nuova Patria Trinitaria si entra solo se si è diventati Amore, oggi, adesso non domani, tu, moglie o marito che sia, pronuncia qualcosa di affettuoso e carino alla persona che ami; tu, amico pellegrino come me, colma e riempi le tue mani di altre mani e stringile fortemente: la Trinità è Comunione; tu che hai il cuore colmo di amarezza per le laceranti offese ricevute ungi le tue relazioni brucianti con l’olio del perdono e sarai simile al Dio Amore, che salva più con la misericordia che con la vendetta; e tu, anziano, che vivi una solitudine non visitata dai tuoi figli o da amici, ricorda che dalla tua cella di dolore puoi allungare le tue mani benedicenti ed oranti, raggiungendo tutti, facendo della tua solitudine un orizzonte, dal quale scorgere già oggi il Dio Famiglia, della quale sei preziosa parte; e tu, amico, che come mendìco, cerchi il senso della tua vita per mille sentieri amari, ricorda e credi che il Mistero Trinitario non lo si spiega, ma lo si vive in relazione con quei frammenti fraterni che l’Assoluto ti ha donato, in Vigilia. Don Sante 

 

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