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Storia, Uomini e luoghi

PONTE VIADOTTO ACQUEDOTTO FONTANA LA STELLA (II PARTE)

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L’entusiasmo suscitato dalla trasmissione di Giacobbo per aver presentato ad una platea nazionale la bellezza del patrimonio ambientale di Gravina, ripropone l’esigenza di far qualcosa al fine di tutelare quanto ci è stato tramandato e non permettere più che si debbano avere quei danni a seguito di autorizzazioni alquanto imprudenti. Per questo riteniamo utile continuare nel far conoscere le notizie storiche che riguardano il ponte viadotto:

La realizzazione dell’opera progettata fu affidata all'impresa del fontanaro Pasquale Mancino.

L'impegno di spesa fu assunto dal duca Domenico Amedeo Orsini, che anticipò la somma con l’intento di recuperare il capitale, con gli interessi del 5%. Per cui fu stipulato con l’ing. Di Costanzo.un vero e proprio contratto di mutuo da liquidare con rate annuali che il comune avrebbe versato sino all’estinzione del debito contratto con il duca Orsini.

L'opera idrica fu iniziata il 1743 ed ebbe diverse fasi di realizzazione. Il totale e definitivo completamento, collaudo e funzionamento avvenne tra il 1779 ed il 1781. Infatti, nel 1778 si festeggiò l'inaugurazione delle fontane, denominate l'una «Fontane la Stella» e l'altra «Fontana di Isola del Piano». Nello stesso giorno, però, si cominciava a protestare per la scarsa efficienza dell'acquedotto «Sant’Angelo-La Stella», per cui fu imposto all’impresa di provvedere al rifacimento e miglioramento dell'opera da consegnarsi entro il 1781.

  L’acquedotto sotterraneo partiva dalla sorgente «Sant’Angelo a Cavatore» e sfruttando il percorso di una preesistente canalizzazione, realizzata in epoche precedenti per servire l'insediamento rupestre della zona «Padre Eterno e Madonna della Stella», portava l'acqua alla cisterna di decantazione.

 Il ponte fu posizionato nel punto dove si restringeva la vallata della «Gravina» e dove trovavasi altra struttura di collegamento e sbarramento artificiale delle acque del torrente, utilizzate per il funzionamento di un mulino. Fu realizzato con due arcate alla base e quattro nella parte superiore, intercomunicanti tramite cunicoli a controvolta. Il viadotto sul piano delle 4 arcate superiori, a modello delle vie romane, ebbe una strada con selciato di chianche irregolari di pietra murgiana, che partiva dalla via che scendeva da Pietramagna e finiva presso Porta Aquila (oggi angolo via Vittorio Veneto – Via Garibaldi).

Il ponte misura una lunghezza di mt. 120 e alto 30 mt. circa, dal fondo del torrente. Ha un profilo concavo, protetto da due parapetti, uno alto cm 150 e l'altro cm. 300 . Quest'ultimo segue la concavità dell'intero viadotto e accoglie sulla sommità una condotta idrica di terracotta lunga mt. 130 circa, che parte dal serbatoio di decantazione e finisce nella vaschetta posta sotto le mura, dietro i boccagli della fontana.

La struttura fu progettata e realizzata concava, perché tale architettura permetteva di rilanciare l'acqua verso la posizione e fuoriuscita desiderata. Infatti, l'acqua veniva spinta per inerzia di pendenza dalla vasca di decantazione nella condotta, che andava alla prima fontana e, poi, in quella che la portava alla seconda con un moto di accelerazione, ricavata dalla conformazione concava del canale di portata e dalla variazione di diametro dei tubi.

 Il Di Costanzo, certamente, si rifece all'architettura idrica di Vitruvio, ingegnere e architetto romano. Creò un serbatoio di partenza (da noi chiamato di decantazione), posto in alto; un ventre concavo col parapetto più alto e dalla condotta idrica forzata di collegamento; un serbatoio di arrivo.

A Spoleto, città umbra, esiste un ponte viadotto-acquedotto simile a quello di Gravina, realizzato tra il XIII e XIV secolo dagli Orsini, signori della città. Quel ponte, denominato «delle Torri o Gattapone», dal cognome dell'architetto, è uno dei simboli della città, ha un solo ordine di archi che si elevano dal basso della vallata «grave» sino al viadotto, protetto da due parapetti, uno alto cm. 150 circa e l'altro mt. 3. Su questo è posizionata la condotta idrica. E' probabile che questo ponte sia stato, anche, modello architettonico per il progettista Di Costanzo.

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