Cultura ed Eventi

…Amore, come un virus.

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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13, 31-33. 34-35)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

 

Commento:

Gesù, nell'Ultima Cena, trasmette quasi un “testamento”, diretto ai suoi discepoli, turbati dalla partenza di Giuda. Sia gli Apostoli che noi troviamo qui una risposta a tante domande: Che cosa è successo di Gesù? Ritornerà? Come possiamo incontrarlo? Cosa fare adesso? Sono alcune delle domande che anche noi ci poniamo. In fondo, il Vangelo ci dà una risposta molto semplice, con un “nuovo comandamento”, come una carta di identità dei nuovi discepoli: «Figlioli,…vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri...» (Gv.13,34). È  l'Amore, che ci caratterizza, ci fa attraversare la “Grande Tribolazione” (cf. Ap.7,14). Infatti, i primi Evangelizzatori sono ben convinti che nulla di bello e di buono si realizza senza prove: «Paolo e Bàrnaba ritornarono..., confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (At.14,21-22). La sofferenza è un ingrediente base di ogni opera evangelizzatrice. Ma nulla deve spaventarci! Lo stesso Tertulliano affermava: «Più ci mietete, più numerosi diventiamo: il sangue dei Cristiani è seme». Come in una giornata fredda invernale, nel gelo della persecuzione il credente si stringe di più ai fratelli, per non disperdere il calore, e la brace dell’Amore riscalda così ogni lembo del nostro essere, fino a far esclamare quanti ci sono attorno «Guardate come si amano» (Tertulliano). Non possiamo vivere senza la linfa dell’Amore, costituente fondamentale del nostro cammino su questa terra. Noi uomini, cristiani e non, siamo “violenti” perché siamo “violati” per mancanza d’Amore, che risulta essere la prima forma di violenza! Siamo di Cristo solo quando impariamo a lasciarci amare da Lui e ci amiamo reciprocamente. E questo amore è un’arte, che va appresa urgentemente (Erich Fromm, +1980). E quest’arte non è una parola, ma è una biblioteca di mille e mille scelte, attenzioni, premure, atti di libertà. Gesù ci ha lasciato questa regola da incarnare: «Come io ho amato voi così amatevi anche voi gli uni gli altri...Non esiste un amore più grande di questo, dare la vita…». Ma amare veramente, incondizionatamente, gratuitamente, non appartiene e non risiede nelle forze umane. Non siamo capaci da soli!  Abbiamo bisogno, per amare sul serio, della Forza, che viene dall'Alto. Il grande Comandamento dell’Amore nasce dai gesti del Giovedì Santo, dal lavare i piedi, dallo spezzarsi di Cristo nell'Eucaristia, dal perdono fino all'estremo della Croce. L’amore che Gesù ci ha insegnato non ci tiene stretti soltanto a Lui, ma ci spinge ad amarci gli uni gli altri. L’andare verso l’altro non è un “conquistarlo”, un appropriarsene come si fa per un oggetto. L’Amore è come una nave: non è fatta per rimanere nel porto (nel nostro egoistico interesse), ma per il “duc in altum” (Lc.5,5), per prendere il largo, per essere veramente “cattolici”, diffusori d’Amore in ogni cuore e per ogni lido. Non è forse vero che abbiamo imparato a nuotare come i pesci, a volare come le aquile, ad attraversare gli infiniti spazi come tante meteore, ma ancora non sappiamo e non conosciamo il ritmo e la danza dell’Amore? L’amore è vero se ha il volto della crescita armoniosa personale e altrui. Amare come Cristo significa non trattenere, non dividere, ma moltiplicare all'Infinito, perché possiamo vivere non per forza o per finta, ma come abitanti del Cuore amabile di Cristo. Non un amore astratto, ma concreto, pieno di visi, di facce, di volti. E, quando l’amore di Gesù si attacca a noi come un…virus, non si stacca più, ci avvolge, ci assimila a Lui e si propaga attorno a noi. Don Sante.

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