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Cronaca

Alternanza scuola-lavoro: il silenzio del ministero e il disorientamento delle scuole

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Continuano le denunce di utilizzo improprio e sbagliato dell’alternanza scuola lavoro. L’ultimo in ordine di tempo è la cancellazione di percorsi da svolgere presso un poligono militare in Sardegna. È ormai chiaro che in assenza di organici interventi a livello nazionale, sotto il nome di alternanza scuola lavoro si contrabbandano percorsi di tutti i tipi e con le più disparate finalità.

Questa situazione di incertezza e di inazione riguarda anche le linee guida dei “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (nuova denominazione dell’alternanza) che dovevano essere emanate entro 60 giorni, ossia entro il 1° marzo.

In realtà, a parte la pesante riduzione delle risorse (da 100 a 42 milioni annui) che sta creando molti problemi alle scuole, di fatto tutto prosegue in base alle norme della Legge 107/15, compresa la parte del colloquio del “nuovo” Esame di Stato, dedicata all’alternanza. Insomma una situazione, da un lato, paradossale e gattopardesca e, dall’altro, irrispettosa del lavoro che quotidianamente si svolge nelle istituzioni scolastiche.

I sindacati chiedono che non si riproducano gli errori del passato in merito alla definizione dei documenti tecnici, come le linee guida, che non possono essere il prodotto di oscuri gruppi di lavoro. Essi, invece, devono vedere una forte partecipazione delle istituzioni scolastiche e un confronto continuo con le organizzazioni sindacali e gli studenti.

Per i sindacati aprire la scuola al territorio e al mondo significa dare gli strumenti ai ragazzi e alle ragazze non solo per comprendere la realtà, ma anche per diventare agenti attivi di cambiamenti della società. Significa soprattutto pensare ai giovani non come soggetti passivi da istruire (al lavoro manuale o a quello intellettuale) ma come risorsa da valorizzare. Insomma giovani quali portatori di valori, energie, talenti che si confrontano (o si scontrano) con la società degli adulti. Al contrario, l’ideologia del capitale umano che sta dietro la legge 107/15 non mette al centro gli apprendimenti, ma piega all’interesse di brevissimo periodo del sistema produttivo così com’è, con tutte le sue storture e i suoi limiti la scuola. Di questa deriva è figlia anche l’alternanza scuola lavoro nelle modalità con cui è stata concepita ed attuata. Si sta costruendo un alibi affinché le aziende continuino a disinvestire in formazione assecondando l’idea folle che la scuola possa assolvere ad un compito che spetta alle imprese.

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