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Cultura ed Eventi

al...seno dell'Eucaristia

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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Alcuni spunti di riflessione:

Già dalla 1a Lettura, siamo invitati a partecipare al ricco e felice Banchetto della Vita: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato» (Pro.9,5). Alla luce della Solennità dell’Assunzione (già celebrata), nutrendoci di Gesù, siamo invitati a «far buon uso del tempo» (Ef.5,16): col verbo greco, siamo invitati caldamente a “comprare al mercato” (“far buon uso”) con proficuo vantaggio, senza ubriacarci di vino mondano (v.18), e profittando del “Vero Vino” (Gv.6,54), per avere in noi la Vita. Come cieche talpe, a volte, ci aggiriamo nei corridoi, ben allestiti e astutamente ben predisposti, di grandi supermercati, trascorrendo ore ed ore alla ricerca di quanto ci servirebbe per il corpo! Quanti sanno ben aggirarsi per altri “corridoi”, le navate delle nostre Parrocchie, per cercare e rifornirsi di Cibo che può saziare la vera fame dello spirito? In queste Domeniche estive ci viene offerto, nell’Eucaristia, come una “mappa”, e siamo invitati ad “interpretare” il penultimo “rigo” di una meravigliosa Storia, quella di Dio, che, per rimanere vicino ai suoi figli, si umilia e si nasconde nel pane e nel vino, per infondere in essi il Suo DNA divino e trasformarli, di Domenica in Domenica, in creature celesti, adatte alla Vita-senza-Fine. Un autore del ‘900, ha scritto: «Bisogna che Dio sia più reale del pane in cui si affondano i denti» (A. de Saint-Exupéry). Quindi, non un dio-lontano, un dio-idea e freddo, ma un Dio-quotidiano più del pane della nostra tavola, più del respiro per il nostro cammino. “Mangiare Dio”, “masticarlo”, entrare in intimità, tanto da dire, come Paolo “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Mangiamo l’Eucaristia, beviamo il Suo Amore, per permettere che la Sua Vita divina fiotti e scorra in noi. “Considerate…”, «fate molta attenzione al vostro modo di vivere» (Ef.5,15). Il verbo “considerate…” deriva dal verbo latino “cum+sidera”, “insieme+stelle”: la nostra vita, con l’Eucaristia, si eleva al di sopra dei beni passeggeri e ci fa innalzare con l’intera nostra vita verso le stelle, verso quel Cielo, nel quale è Cristo, nostro Capo, e nel quale è entrata la nostra Mamma Maria. Come affermava San Gregorio Nazianzeno, cantiamo l’armonia del mondo nostro e quello superiore, che attendiamo come compimento, scoprendo in noi, mortali, l’intreccio meraviglioso e sublime tra umano e celeste. Potremmo noi diventare simili a quei volatili migratori che, quando sono in un luogo straniero invernale, presi da misteriosa inquietudine, si dirigono verso la loro patria primaverile, avendo in cuor loro come una mappa magnetica, che li guida. L’invito di Gesù-Pane ci faccia sentire la nostalgia del bimbo, affamato e voglioso di riattaccarsi, almeno ogni Domenica, come al … seno dell’Eucaristia.

                                                                                                    Buona Domenica. Don Sante

 

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