Cultura ed Eventi

Gravina Un grand tour fra archeologia e paesaggi mozzafiato

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Così titolava ieri, 15 agosto 2018, la Repubblica Bari, a pagina XI, mella rubrica Gli itinerari, dal titolo: Un po’ nascosti, un po’ misteriosi Ferragosto nei luoghi fuori rotta. L’articolo, un boxino, per la verità, era accompagnato dalla foto della nostra basilica cattedrale. Leggiamo insieme il contenuto: “Non è un paesello, ma una città. Sono infatti oltre 40mila gli abitanti di Gravina, nel bel mezzo della Murgia che, a un tiro di schioppo da Altamura e dalla più celebre Matera, finisce da sempre per restare più nell’ombra. Eppure Gravina in Puglia, questa la sua denominazione, è uno scrigno di bellezza e di storia che chiedono di essere scoperte. A cominciare dalla con cattedrale dell’Assunta, che risale all’XI secolo e sorge nella piazza intitolata a Benedetto XIII, il papa che ebbe i natali proprio a Gravina come Pietro Francesco Orsini nel 1649. Spettacolare poi la veduta sulla gravina di Botromagno che si può godere attraverso una passeggiata sul ponte viadotto della Madonna della Stella. Appena fuori dal centro del paese, invece, sulle sommità di una collina il castello svevo del quale resistono le mura e che fu fra i tanti a essere edificati per volontà di Federico II. Ritornati nel cuore di Gravina diverse le opportunità, a cominciare dalla visita al museo della Fondazione Pomarici Santomasi e dal tour attraverso Gravina sotterranea. Nel mezzo, infine, il patrimonio delle chiese rupestri. Un capitolo a se la tradizione enogastronomica gravinese: in questa città, infatti, è proprio la tavola a dimostrare quanto siano rimaste integre identità e tradizione. Un motivo in più per concedersi non solo una visita ma una sosta almeno di un paio di giorni nella misconosciuta Gravina”.

Qualcuno potrebbe dire: nulla di nuovo. Invece, c’è da cogliere la positività: che un importante quotidiano torni ad occuparsi, sia pure in maniera sintetica, della nostra città, inducendo il lettore a diventare visitatore. Nella breve presentazione della città, c’è purtroppo, qualche anomalia o qualche riferimento che poteva essere evitato, per via della sua insignificante presenza e visita. Ma questo è giusto lasciarlo giudicare al visitatore che, comunque, ha bisogno di trovarsi di fronte non ad alcuni falsi storici e né di fronte ad una città sporca, mal tenuta, non sufficientemente organizzata da un punto di vista turistico. C’è da augurarsi che queste spinte promozionali servano a dare una forte, urgente ed immediata accelerata perché la città diventi veramente turistica. Più accogliente, più gentile, più ospitale. Secondo quelle che sono le esigenze dei visitatori e dei turisti, i quali, al di là di quanto scritto nell’articolo: che avrebbero bisogno di una sosta di due giorni, invece, sarebbero addirittura insufficienti, devono poter portare via una cartolina positiva, un biglietto da visita che diventi sprone ed incoraggiamento per i tanti e i molti che non hanno mai messo piede in quella che, non a torto, io da sempre, ho definito e definisco, con semplicità e orgoglio, la Capitale della Peucetia.

Giuseppe Massari

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