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Cultura ed Eventi

Il buon esempio di giovanissimi redattori

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Fare parte di una redazione può essere un’esperienza avvincente. Trovare la notizia, incrociare le fonti, studiare i temi, approfondire gli argomenti, e poi ancora documentare e raccontare ciò che ci accade intorno sono momenti professionali e umani che ci rendono più preparati e solidi. Essere un giornalista significa tutto questo. Ma soprattutto significa fare esperienza, perché è l’esperienza diretta sulle cose a fare la differenza. E un buon lettore se ne accorge subito.

Tante si è cercato di insegnarlo a dei ragazzi di dodici anni durante le dieci riunioni di redazione, con i giovani “redattori” abbiamo parlato di etica, parola importante di cui nessuno di loro aveva mai sentito parlare. Non so se sia normale, per ragazzi di quella età, ma questo dato mi ha fatto subito riflettere. Insieme al fatto che fosse necessario parlare di giornalismo sottolineando l’importanza di valori come la correttezza e la trasparenza.

Il primo obiettivo che ci siamo posti, dunque, è stato coltivare il dubbio. Per evitare i pregiudizi e la presunzione. E per non smettere mai di mettere in discussione prima di tutto noi stessi. Perché è questo che fa un buon giornalista. Ecco perché la prima regola che abbiamo cercato di mettere in pratica è l’onestà. Non solo a parole. Tenendo bene a mente che l’onestà è qualcosa che dobbiamo a noi stessi, ancora prima che ai nostri lettori.

Fare entrare quei venti ragazzi in questa mentalità, smuovere in loro queste prospettive e questi approcci non è stato semplice all’inizio. Presi come sono da mille distrazioni tecnologiche che li disorientano, ne limitano la capacità di attenzione e concentrazione, ne appiattiscono il senso critico. Altro concetto meraviglioso di cui abbiamo a lungo discusso.

Tante, poi, le storie di solidarietà e disabilità che hanno colpito i giovani redattori e ancora il tema della discriminazione legata alla disabilità,

Non era un compito facile, cimentarsi a dodici anni con la professione giornalistica per la prima volta e per di più dedicandosi a tematiche di questo tipo. Ma i ragazzi hanno grandi risorse, grandi capacità e grandi strumenti. Il più importante: una sensibilità ancora fresca, pura, genuina, senza filtri e sovrastrutture.
A volte sembra che questi ragazzi rincorrano il nulla. E a volte è così. Ma anche in questi casi c’è tanta sostanza su cui potere lavorare. Basta solo dare loro fiducia e lasciare che ci sorprendano. Che siano loro, per noi, il buon esempio da seguire.

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